Mappa Mentale - I 6 ROVINALAVORO

I 6 problemi che generano insoddisfazione sul lavoro!

Tu sei felice sul lavoro?

 

Sempre più spesso sento persone che si lamentano della propria situazione lavorativa, non mi riferisco ai disoccupati, parlo proprio di chi un lavoro ce l’ha, ma lo mollerebbe di volata se non avesse il mutuo da pagare e i figli da mandare a scuola...

    

  • Sto lavorando troppo

 

  • Sono sempre in giro 

 

  • Passo più tempo in riunione che a lavorare

 

  • Il mio capo è un completo idiota

 

  • …etc. etc.

Ma con tutta la disoccupazione che c’è, chi ha un lavoro non dovrebbe essere felice e cercare di tenerselo stretto invece di lamentarsi?

Lamentarsi del proprio lavoro, in un momento in cui molti il lavoro manco ce l’hanno, può sembrare superficiale…

recenti studi dell’Eurostat però hanno stabilito che la “fatica cronica” arriva a colpire fino al 30% dei lavoratori e stimano in 20 miliardi di euro i danni provocati dallo stress sul lavoro!

Ecco perché se altre persone in azienda dipendono dalle tue scelte e tu sei valutato anche in base alla loro produttività, questo post potrebbe esserti utile e dovresti leggerlo.

Come mai così tante persone sono infelici del proprio lavoro?

Cosa si può fare per porvi rimedio?

Inutile dire che ogni caso è diverso dall'altro e che, quando si vuole veramente risolvere un problema, è sempre bene approcciarlo in maniera specifica, analizzando in profondità il caso in questione.

Tuttavia, anche se questo non è possibile farlo in un semplice articolo, ho individuato alcuni tratti comuni:

 

 

Mappa Mentale - I 6 ROVINALAVORO

Mappa Mentale che mostra 6 cause frequenti di insoddisfazione per le persone

 

 

1) Le Risorse scarseggiano

 

La crisi ha portato a tagli del personale e riduzione di budget.

 

Questo ha costretto i sopravvissuti a dover fare buon viso a cattivo gioco, aumentando gli impegni, passando sempre più ore in ufficio e avendo

meno tempo da dedicare a se stessi e alle proprie famiglie.

 

Come ho già spiegato in questa videomappa, questo è un rimedio che può funzionare (di solito poco e male) nel breve periodo, ma alla lunga porta a problemi fisici derivanti dallo stress e quindi a diminuire la tua produttività...quindi, non solo non risolvi il problema, ma addirittura lo aggravi!

 

2) Poche idee ma Confuse

 

Non si capisce dove si vuole andare a parare, la strategia è poco chiara e cambia continuamente, il progetto X che oggi è di vitale importanza domani viene interrotto senza nessun apparente motivo.

 

Ti suona familiare?

 

Troppo spesso nelle aziende italiane si naviga a vista, con obiettivi confusi o irraggiungibili e senza che sia chiaro “chi fa cosa e perché”, in questo contesto risulta veramente complicato rimanere focalizzati sulle attività da svolgere e determinati a raggiungere i propri obiettivi.

 

3) La Mamma dei bischeri è sempre in cinta

 

Uno dei problemi maggiori sono le relazioni “complicate” con i colleghi.

 

Ora, capisco che il mondo è pieno di pirla e questo complica le cose (attenzione però a non essere tu quello che si comporta da pirla), è anche vero che, gran parte dei problemi sono causati da una cattiva comunicazione e si potrebbero tranquillamente evitare...la chiudo qui perchè il discorso è complesso e quindi affronterò l'argomento in altri post

 

4) La barca fa acqua da tutte le parti

 

Appena sento uno che si lamenta della crisi, che non ce la fa a pagare le bollette, che il prezzo delle zucchine è ai massimi storici, guardo il cellulare che possiede…7 volte su 10 costa uno sproposito, metà del suo stipendio!

 

Nelle aziende si parla spesso di licenziamenti e cassa integrazione senza rendersi conto che, con un minimo impegno, invece di licenziare persone si potrebbero tagliare gli sprechi.

 

Uno su tutti?

 

Le riunioni (anche su quest'argomento ho già scritto ampiamente)!

Qui lo so che vado a botta sicura, alza la mano se non ti trovi periodicamente invischiato in qualche meeting del tutto inutile o che si conclude con un bel nulla di fatto.

 

 

5) Formazione? No grazie!

 

Come fai a sviluppare le tue competenze se non vieni adeguatamente formato?

 

In Italia si fa poca formazione e spesso è inadeguata o del tutto inutile allo scopo.

 

Una delle cose che spesso sento dire agli HR in gamba (perché con quelli modello “maresciallo dell’esercito” sempre imboscati non ci voglio neanche parlare) è:

 

“Sai Eugenio, è difficile far percepire il valore della formazione ai responsabili, perché non essendo calcolabile il Ritorno sull'Investimento la vedono come una spesa inutile e una perdita di tempo

 

“...non essendo calcolabile il Ritorno sull'Investimento?”…ehhmm, le cose non stanno proprio così!!!

 

Ad ogni modo, parlerò in maniera approfondita di questo argomento nel prossimo articolo, però ti anticipo una cosa, se non puoi calcolare il

ROI NON stai facendo formazione, stai facendo qualcosa di diverso, magari divertente, magari utile per qualcuno, ma NON è formazione, punto e a capo!

 

6) Ma noi abbiamo sempre fatto così…

 

Una delle cose che mi stupisce in senso negativo è la resistenza al cambiamento delle persone (e delle aziende).

 

La frase tipica è: “abbiamo sempre fatto così ed è sempre andata bene così”

 

a parte l’ovvia considerazione che, se nel corso della storia tutti l’avessero pensata in questo modo, a quest’ora saremmo ancora all’età della pietra, altro che era di internet...mi viene da dire una cosa: diciamo pure che capisco (anche se non condivido) la resistenza a smuovere le acque quando tutto va alla grande...ma se le cose proprio non funzionano qual è la logica di continuare su una strada senza uscita?

 

Solo perchè così non esci dalla zona di comfort?

 

Ogni volta che vedo una persona comportarsi in questa maniera mi viene in mente la mosca che sbatte diverse volte contro il vetro prima di capire che da li non esce e cambiare direzione!

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BUONE MAPPE MENTALI

 

EUGENIO

 

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7 Responses to I 6 problemi che generano insoddisfazione sul lavoro!

  1. Piero Ferrari ha detto:

    Grazie, già l'avevo visto il contenuto del link;

    d'accordo su tutto, io le cose che dici le so, ma il problema è come farlo leggere-capire a chi ne ha bisogno..

    Tu come fai?  Ne ho diversi che non ascoltano (l'ultimo è fallito il 19)

    saluti  e auguri ..  Piero

  2. Marco Arnaboldi ha detto:

    Ciao Eugenio,

    penso di essere uno dei tanti che ti risponderebbe: "nella ditta in cui lavoro succede quotidianamente tutto ciò che hai detto". Purtroppo devo convivere con una resistenza al cambiamento inverosimile. La proprietà continua da sempre con la setessa immutta strategia, nonostante il calo di fatturato sia arrivato a superare il 50% anno su anno. Soluzione: "abbiamo costi troppo alti, dobbiamo licenziare". licenziate 15 persone su 18 nel giro di cinque anni. Solo adesso che la società è stata messa in liquidazione, la proprietà si sta decidendo a provare a vendere immobili, dato che licenziare ancora non permetterebbe di svolgere neppure la misera attività quotidiana rimasta. Senza parlare del fatto che in questi ultimi cinque anni, ogni dipendente ha passato turni di cassa integrazione, allo scadere dei quali ci sono sempre stati dei licenziamenti. Ma perchè lo stato elargisce sussidi ad aziende che alla fine li usano solo come "paracadute" e non cambiano minimanente rotta? Da dipendente, sono certamente a favore dei lavoratori, ma rabbrividisco nell'osservare che questi sono somunque soldi pubblici sprecati, che potrebbero andare ad aziende che saprebbero usarli per migliorarsi veramente! Ovviamente sto cercando di prendere le distanze da questa follia e continuo a cercare opportunità che mi permettano di lavorare in maniera costruttiva. Non mi darò mai per vinto, consapevole del fatto che questa crisi bonificherà i mercati da aziende "rottame" o meglio, da imprenditori "rottame", per lasciare il meritato spazio ad aziende competitive che sappiano valorizzare il capitale umano.

    Lasciamo quindi che certe mosche continuino a sbattere contro il vetro….slezione naturale :-)!

    Marco

    • Eugenio Olmetto ha detto:

      Ciao Marco,

      grazie per il tuo feedback.

      Penso che tu abbia capito la cosa fondamentale, a dispetto di tutte le difficoltà esterne (che ci sono nessuno le nega), l'unica cosa è rimboccarsi le maniche e impegnarsi per trovare delle alternative, come hai detto tu sarà il mercato a cancellare le imprese "farlocche"

  3. Michele Zenzola ha detto:

    Condivido pienamente le tue riflessioni e analisi che, come sempre, centrano l'obiettivo in maniera calzante!
    La frase "noi abbiamo fatto sempre così" anche a me irrita parecchio.

    Come ben rispondi tu a Marco, è proprio nei periodi di crisi che bisogna cercare delle alternative, altrimenti sarai destinato a "morire".

    Non voglio dire che prima si sbagliava sempre a fare in un determinato modo, ma bisogna essere intelligenti per capire che "forse" quello che si è fatto finora non è più al passo con i tempi e bisogna cercare delle alternative, come dici bene tu, insomma bisogna (r)innovarsi.

    Flessibilità e capacità di adattamento dovrebbero essere le parole chiave di un'azienda moderna…..ovviamente a mio umile parere! 😉

    • Eugenio Olmetto ha detto:

      Ops, mi ero perso il tuo bel commento, sorry.

      Concordo e rilancio dicendo che: flessibilità e adattamento saranno le parole chiave delle uniche aziende che rimarranno in vita 😉

      buone mappe mentali 🙂

      Eugenio

  4. […] tirannia dell’urgenza non mi soffermo a lungo, ne ho già parlato in diverse occasioni e non voglio tornarci sopra […]

  5. […] I 6 problemi che generano insoddisfazione sul lavoro e come risolverli per lavorare meglio e produrre di pi  […]

  6. Silvia ha detto:

    Salve ho 27 anni e da pochi mesi sono passata indeterminata a lavoro. Purtroppo nn mi trovo più bene con gli orari. Io ho un partime verticale nel senso che faccio spesso 6/9 La mattina oppure mi lasciano a casa da lunedì a giovedì e lavoro 17/20 ore sabato e domenica. Mi chiedo sia normale una cosa del genere? Sono abbastanza stufa e sto cercando un tempo pieno.

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