Punti di vista che ti incatenano

La Regola di Einstein per risolvere il Problemi

Settimana scorsa parlavo con un amico.

Lavora in una di quelle società di consulenza “stritola-dipendenti”.

Hai presente?

12 ore al giorno, sempre di corsa, stress a manetta e vita che ti sfugge dalle mani senza che tu neanche te ne accorga.

Tanto che problema c’è?

Se sbotti e spacchi una sedia in testa a qualcuno o se finisci all’ospedale con l’esaurimento nervoso, tanti saluti e baci e avanti il prossimo agnello da sacrificare.

Conoscendo molto bene il problema, e nella speranza di dargli una scossa, sono anni che lo prendo bonariamente in giro.

“Ciccio, guarda che la schiavitù è finita da un pezzo e, se continui così, tua figlia arriva all'Università senza che manco te ne accorgi”

Vale la pena sacrificare la propria vita in cambio di uno stipendio e di un sacco di belle promesse che non verranno mai mantenute?

Ne vale veramente la pena?

Lui mi ascolta rassegnato e subisce passivamente i miei sfottò, sa che ho ragione e che lo faccio per il suo bene.

Mi chiede quindi dei suggerimenti per uscire da questa situazione.

Io puntualmente glieli do e lui cosa fa?…NIENTE di NIENTE!

Oggi mi piacerebbe fare insieme a te un esercizio.

Scegli un problema che ti affligge da tempo, uno di quelli che ti sei quasi rassegnato a subire e che ti sembra irrisolvibile.

Fatto?

Ti darò alcuni suggerimenti pratici che puoi utilizzare per sbloccare la situazione.

Sono concetti generalmente validi e che puoi applicare a qualsiasi problema tu stia vivendo in questo momento.

La tua attività fatica a decollare?

Hai una relazione insoddisfacente?

Sei in crisi con un tuo collega o con un tuo familiare?

I principi rimangono comunque validi e potrai applicare quello che ti dico.

A patto però che tu non faccia come il mio amico; annuire, darmi ragione ma poi non fare un cacchio di niente!

Mettiti sotto e applica, vedrai che alla fine mi ringrazierai.

La Regola di Einstein per risolvere i problemi

 

"Non puoi risolvere un problema con lo stesso tipo di pensiero che hai usato per crearlo"

Conosci questa frase vero?

Pare l'abbia pronunciata Albert Einstein.

Non so se sia veramente lui l’autore, ma poco importa, quello che conta è il significato che esprime.

Significato che pochi hanno veramente capito e che ancora meno riescono a mettere in pratica.

Quando vuoi risolvere un problema, hai bisogno di fare un cambio di mentalità.

Devi iniziare a pensare in maniera DIVERSA rispetto al modo di pensare che ha creato il problema.

Il Coaching si basa esattamente su questo.

Acquisire un punto di vista diverso, che ti porta a compiere azioni diverse e, di conseguenza, anche i risultati saranno diversi rispetto a quelli che hai ottenuto fino a quel momento.

Se ti guardi intorno però realizzi piuttosto velocemente che la stragrande maggioranza delle persone questa cosa non riesce manco a capirla, figuriamoci a metterla in pratica.

Cambiare mentalità, cambiare modo di pensare, è tutt'altro che semplice.

Devi abbandonare dei punti di vista che magari non ti aiutano a risolvere il problema, ma che ti vengono “spontanei” perché ormai ti ci sei abituato.

E devi abbracciarne altri che hanno il grosso pregio di avvicinarti alla soluzione, ma sono decisamente meno piacevoli da accettare, perché appunto rappresentano un cambiamento.

E la maggior parte delle persone non è poi così propensa a fare cambiamenti, soprattutto quando sono così importanti e radicali.

E infatti ripetono le stesse azioni anche quando ormai è evidente che non funzionano, trascinandosi così i problemi all’infinito.

Mi segui?

Per esperienza ho imparato che ci sono alcuni punti di vista “universali” che, una volta mollati, faranno una gran bella differenza nella tua vita.

Partiamo dal più facile (e anche più diffuso)

Punti di vista che ti incatenano

I punti di vista che ti impediscono di risolvere il problema

Non è colpa mia

La tua attività va male? È perché “c’è la crisi”.

Hai una brutta relazione con un collega o un familiare?

È perché “lui è stronzo”.

Passi 10 o 12 ore in ufficio? È perché “ho troppo da fare”

Non riesco a cambiare lavoro? È perché “le aziende non assumono”

Il progetto è andato fuori budget?

È perché i clienti/fornitori/colleghi "non capiscono una mazza"

Etc, etc.

La colpa NON è tua, la responsabilità del problema si trova all'esterno!

Può essere un evento, una persona, ma non dipende da te!

Ecco, questo è un modo di vedere le cose che devi assolutamente mollare.

La stragrande maggioranza delle persone si incarta già a questo primissimo livello.

Eh ma è vero che (c’è la crisi...lui è stronzo...ho troppo lavoro da fare etc etc).

E quindi? Non è importante questo. Non è importante che sia vero o falso.

Ognuna di queste affermazioni può essere presa e aggiustata a seconda del punto di vista dal quale la guardi.

C'è la crisi a livello generale, ma ci sono aziende che stanno andando alla grandissima.

Lui è stronzo? Magari perché si è rotto i cohones di certi tuoi comportamenti.

Hai troppo da fare?

Forse perché fai un sacco di cose inutili che non dovresti assolutamente fare.

Mi segui?

Finché sei concentrato sul "ma non è colpa mia", non riuscirai mai a vedere qual è il TUO spazio di intervento, cosa puoi fare TU per risolvere il problema.

Cambio di mentalità suggerito:

Il prezzo dell'innocenza è l'impotenza!!!

Quando NON è colpa tua, NON puoi fare niente per rimediare.

Quindi, a prescindere da quale sia il contesto di riferimento, chiediti:

“qual è la MIA responsabilità nel problema?"

"cosa posso fare IO per risolverlo?”

 

e ma se poi non riesco…

questa è la mia preferita.

Anche questo concetto è molto ma molto semplice da capire, un po’ più complicato da attuare, perché ha a che fare con una cosa che ci inculcano fin da bambini:

il TERRORE di sbagliare e di sentirsi un “fallito” perché non sei riuscito nell'intento.

Ora, se ti fermi un attimo a pensare in maniera logica e razionale, ti rendi immediatamente conto che non tentare perché hai paura di fallire non è esattamente un ragionamento da "volpe"...anzi!!!

Perché alla fine della fiera, se provi a fare qualcosa può succedere che:

1) Riesci nell'intento e risolvi il problema una volta per tutte

2) Non riesci a risolvere il problema ma almeno hai appreso delle lezioni che ti serviranno nel prossimo tentativo.

Cosa accade invece quando rimani bloccato dalla paura e non agisci perché "non sai se riesci"?

Due cose, una brutta l'altra peggio.

La cosa brutta è che ti tieni il problema finché campi o almeno finché non ti decidi a fare qualcosa.

Certo, puoi sempre sperare che caschi la manna dal cielo ovviamente.

Ma pare che capiti piuttosto di rado, l'ultima volta è accaduto qualche migliaio d’anni fa...fossi in te non ci farei troppo affidamento!!!

Ma la notizia ancora più brutta è che ti sei fatto paralizzare dalla paura, e questa è la lezione che hai imparato.

La prossima volta che ti troverai in una situazione del genere indovina un po' cosa accadrà?

Esatto, probabilmente reagirai nella stessa maniera, rimarrai paralizzato dalla paura di sbagliare e non farai niente.

Non c’è niente di peggio che insegnare al tuo cervello a perdere, è l’autostrada più veloce per fare una vita di m....pupù

Cambio di mentalità suggerito:

Ok, non c'è verso di risolvere il problema aspettando un miracolo, se rimango con le mani in mano ho fallito di sicuro!

Tanto vale mettersi in moto, alla peggio avrò imparato qualcosa.

Se poi va bene invece mi tolgo il problema una volta per tutte...

Anche nel caso non riesca a raggiungere il 100% del risultato sperato, sarò comunque più vicino di adesso.

 

Lo faccio solo se…

L’ultima volta che ci siamo visti il mio amico mi ha sorpreso con una proposta:

“tu preparami la strategia e, se funziona e riesco a cambiare lavoro, ti pago.”

Non sono proprio riuscito a trattenermi dal ridergli in faccia.

“Uè Pirlone, guarda che io la strategia te l’ho già disegnata un paio d’anni fa e senza chiederti un euro, solo che tu non hai mai fatto una beata mazza di quello che ti avevo suggerito”.

Non hai alcuna speranza di avere successo con una strategia del genere, hai fallito ancora prima di cominciare.

E sai perché?

Perché il tuo impegno deve essere rivolto al 100% a risolvere il problema.

Non puoi delegarlo a quello che farà un altro.

Sei tu che devi essere disposto a pagare il prezzo in termini di tempo, denaro ed energia che ci metti.

Non puoi pensare che sia qualcun altro ad accollarsi il rischio di un tuo eventuale insuccesso.

Non sei sicuro che una soluzione possa funzionare?

E allora a cosa ti serve investire le tue energie e il tuo tempo su una soluzione in cui non credi? Come pensi possa funzionare?

Se non sei convinto verifichi quali sono i tuoi dubbi e, nel caso i dubbi rimangano, cerchi altre soluzioni finché non ne trovi una che riscuota la tua fiducia.

Se deleghi la fiducia di poter risolvere il problema ad un elemento esterno, non avrai mai la determinazione necessaria per metterci il 100% di impegno che serve a risolvere il problema…e indovina un po’?

Se non ce lo metti tu il 100%, figurati se ce lo mette qualcun altro!!!

Quando vuoi risolvere un problema, devi essere disposto ad impegnare le TUE risorse, il TUO tempo, il TUO denaro, la TUA energia…non ci sono scorciatoie.

Se non hai denaro dovrai investire più tempo ed energia, ma il concetto non cambia, sei tu a dover pagare il conto, non puoi lasciarlo in eredità a qualcun altro.

L'idea che mi sono fatto è che questo modo di pensare in realtà nasconde la volontà di NON AGIRE.

Cambio di mentalità suggerito:

Sono tutti omosessuali col sedere degli altri

Ok, per risolvere il problema so che ci sarà un prezzo da pagare (in termini di tempo, impegno, soldi ed energia).

Sta a me pagarlo e accollarmi i rischi di un eventuale insuccesso, perché non lo farà nessun altro al posto mio!

 

 

 

“se lo fanno tutti ci sarà un motivo…”

Arriviamo a Versailles, c’è una coda di 3 km solo per fare i biglietti.

Scambio con Giorgina uno sguardo di intesa, non se ne parla di stare in coda un millennio per entrare, piuttosto ce ne andiamo.

Odio le code, mai fatto una coda che non fosse strettamente necessaria.

Se fossimo come quei “furboni” che si imbucano potremmo cavarcela con poco, ma non è proprio il nostro stile.

Ci sediamo e iniziamo a leggere la nostra preziosa guida in cerca di qualche suggerimento utile...Bingo

2015-03-25 16.13.50

"Quindi se acquistiamo l'audioguida per gli appartamenti di Luigi XIV evitiamo la coda infinita all’ingresso?"

Soluzione trovata, pochi euro in più e in 20 minuti siamo dentro!!!

Certo che “se lo fanno tutti ci sarà un motivo”!

Ma il motivo non è quello che tutti pensano.

E cioè che è “la cosa giusta o la più intelligente da fare”…al contrario, raramente "tutti" fanno la cosa più intelligente.

Il motivo per cui "lo fanno tutti" è che è la scelta più facile, infatti non ti devi inventare niente, ti basta seguire quello che fanno gli altri.

La “massa” è pigra.

La maggioranza delle persone tende a fare quello che fanno gli altri, senza chiedersi se ci sono dei modi migliori…troppo sforzo, troppa fatica…"d'altronde, se fanno tutti così ci sarà un motivo, no?".

La prossima volta che passi da un casello di un’autostrada (a Melegnano per esempio), guarda la fila interminabile che c’è per il pagamento in contanti e fatti una risata alla mia salute!

Non dico il telepass, ma almeno il bancomat usalo cazzo!

Ora, cosa fanno le persone che cercano un lavoro?

Tutti la stessa cosa, compilano il loro CV in formato europeo e iniziano a spammare tutto il mondo, amici, contatti linkedin … ma come cacchio pensi di trovare lavoro in un contesto in cui gli HR ricevono quintali di CV tutti i santi giorni?

È una strategia intelligente come indossare una pelliccia di visone ad un raduno di animalisti.

Ecco cosa avevo suggerito al mio amico tempo fa.

"Ciccio, ragiona in modo differente rispetto agli altri.

Intanto fermati un attimo a pensare a che tipo di offerta sei tu per il mercato.

Quali competenze hai?

Servono nel mondo d’oggi? Sono rivendibili? Se si in quali contesti?

Se non lo sono, quali competenze potresti acquisire per diventare competitivo nel mondo del lavoro di oggi?

In quale tipologia di azienda vorresti andare a lavorare?

Quale strategia puoi usare per contattare quell’azienda?

Vuoi proprio continuare a mandare CV a destra e manca, almeno differenziati dalla massa, crea un CV sotto forma di Mappa Mentale, vedrai che almeno catturi la loro attenzione.

Oppure preferisci rivenderti come consulente?

Allora inizia a studiarti il Blog di  Frank Merenda, regala tonnellate di materiale gratuito e, se vuoi metterti in proprio, Marketing e la Vendita sono competenze che devi assolutamente acquisire.

Cambio di mentalità suggerito:

Se lo fanno tutti è (quasi) sicuramente sbagliato.

Come posso fare le cose in modo diverso da tutti gli altri?

Per esempio iniziando a lavorare usando come un Professionista le Mappe Mentali

 

Il Cambio di Mentalità di Maurizio

Nel mio lavoro aiuto persone che sono soffocate dallo stress  perché lavorano troppo.

Partono tutti, chi più chi meno, dal fatto che lavorare 10/12 ore al giorno sia l'unico modo per:

-) Ottenere dei buoni risultati

-) Rimanere al passo con tutto quello che hanno da fare

-) Dimostrare che si stanno impegnando al massimo

Le loro azioni naturalmente rispecchiano questo modo di pensare e quindi passano la vita in ufficio, con tutto quello che ne deriva, famiglia trascurata, stress a 1000 etc.

La prima cosa che gli dimostro è che in realtà, lavorare così tante ore nuoce gravemente alla produttività e che, se vogliono rendere di più, devono imparare a lavorare di meno.

A volte questo non è oggettivamente possibile nel loro contesto, e quindi ne trovano un altro dove questo è possibile

Maurizio Sirena"dal mese di aprile intraprenderò una nuova attività"

Ho deciso di partecipare al programma di studio Time & Stress Mapping di Eugenio ritenendolo un serio ed innovativo professionista, molto preparato e capace di infondere interesse, coinvolgimento e motivazione nel gruppo di studio/lavoro.
Detto questo, che per un professionista come Eugenio rappresenta fondamentalmente un "must have", vorrei essere maggiormente concreto segnalando come il lavoro e confronto con Lui mi hanno consentito di maturare e sviscerare questioni relative al mio ambito professionale e personale, che mi hanno spinto a considerare la necessità di occuparsi del proprio tempo anche attraverso una decisione importante quale quella di cambiare lavoro.

Così dal mese di aprile 2015 intraprenderò una nuova attività

Maurizio Sirena

Quando gli ho chiesto spiegazioni sulla novità, mi ha risposto:

"sono stato contattato dalla azienda XXX che mi ha proposto la posizione di Direttore Commerciale Nord est.

E ho deciso di accettare...per tutta una serie di motivi non solo economici  bensi quelli esposti nella segnalazione.

Difficile applicare sistemi di gestione del tempo quando l'entità delle cose da fare risulta almeno doppia di quella di un comune mortale e quindi nella pianificazione personale ho introdotto delle "modifiche strutturali" che mi consentano di vivere... non solo di lavorare.

In tal senso l'aula è stata molto importante!!

A presto

Maurizio"

In bocca al lupo Maurizio, sono felice per te e sono sicuro che andrai alla grande anche in questa nuova realtà

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Vuoi conoscere il Programma di Studio di cui parla Maurizio?

CLICCA QUI e lascia i tuoi dati in fondo alla Pagina Informativa

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Conclusioni

Per risolvere un problema devi abbandonare il modo di pensare che ha generato il problema stesso, facile no?

Si, è facile da capire a livello teorico, un po' più difficile da implementare a livello pratico!

C'è però un modo sicuro per apprendere veramente questo concetto, ed è APPLICARLO!

Quindi metti in pratica quanto hai imparato finora, prendi il problema che ti affligge da tempo e rispondi a queste domande:

1) Qual sono i punti di vista, il modo di pensare che ho adesso e che mi impedisce di risolvere il problema?

2) Quale modo di vedere le cose, che finora non ho ancora considerato, mi avvicinerebbe alla soluzione?

Buone Mappe Mentali

Eugenio

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77 Responses to La Regola di Einstein per risolvere il Problemi

  1. Fabio Pasquetto ha detto:

    Fantastico articolo.
    Credo anche io nel Potere delle Mappe Mentali. Grazie x gli spunti vincenti.
    Fabio

  2. Eugenio Olmetto ha detto:

    Grazie 1000 per il tuo bel Feedback Fabio 🙂

  3. Flavio ha detto:

    Parole sante. La vera verità. 🙂

    Accettare la mia responsabilità al 100% è il primo passo.

    Accettare di sbagliare, “concedersi di sbagliare”, imparare dai propri errori e’ la svolta psicologica per risolvere un “problema”.

    Ciao
    Flavio

    • Eugenio Olmetto ha detto:

      exactly Flavio 🙂

      Quando riuscirà a farlo, non dico la maggioranza delle persone, ma almeno il 10%, vivremo in una società molto migliore 😉

    • CINZIA GAMBERINI ha detto:

      Ciao Eugenio a proposito di cambiare lavoro mi potresti dare qualche consiglio su come muovermi e non fare le stesse cose che fanno tutti????
      Grazie mille!!!
      I tuoi consigli sono davvero preziosi, dobbiamo darci una svegliata tutti quanti invece di lamentarci e basta.

      • Eugenio Olmetto ha detto:

        Ciao Cinzia

        Oltre a quello che hai letto in questo di articolo, ne avevo parlato anche in un vecchio articolo:

        http://www.mappementali.net/2014/02/05/sei-un-dirigente-prepara-il-piano-b/

        Partendo dal presupposto che non sono esperto sull’argomento, se io dovessi ricollocarmi mi farei le seguenti domande.

        1) Lavoro da dipendente o da libero professionista?
        Perché ogni strada prevede passi diversi

        2) Diciamo che cerco un lavoro da Dipendente?
        In quale tipo di azienda voglio andare a lavorare?
        Che tipo di offerta sono per il mercato?
        Ho delle competenze che sono rivendibili? (rivendibili = che portano del valore aggiunto e sono ricercate sul mercato)
        Se non ho delle competenze rivendibili, cosa posso fare per acquisirle?

        3) Come arrivo all’azienda che mi interessa? Chi decide? Come ci arrivo?

        4) CV diverso dagli altri (video, mappa mentali…qualsiasi cosa tranne che quella ciofeca del cv europeo)

        ecco, io farei così…anche se quando mi ci sono ritrovato in realtà ho optato per la strada del libero professionista

        In Bocca al Lupo per la tua ricerca

        Eugenio

        • Giuseppina ha detto:

          ciao Eugenio, ho letto con attenzione ma io questi tentativi di “cambiare prospettiva” li ho fatti già da tempo non sono una che si ferma facilmente o che sta con le mani in mano o col culo sul divano ma questo periodo è veramente dura e a 60 anni comincio a essere un po stanca e le risposte campate per aria cominciano a infastidirmi quindi ho proprio la brutta sensazione di fare tanto ma di trovarmi sempre allo stesso punto di partenza. premetto che sono stata sia dipendente che libero professionista quindi altro che mentalità elastica ma adesso sono proprio ferma! e la cosa non mi piace quindi come al solito mi sono rimboccata le maniche ma il muro di gomma che trovo è preoccupante! dimmi tu qualcosa…grazie

          • Eugenio Olmetto ha detto:

            Giuseppina è difficile aiutare una persona attraverso un commento.

            Da quel che leggo credo che nel tuo caso ci sia un problema di emozioni mal gestite, dovute al fatto che probabilmente hai tollerato troppo a lungo delle situazioni che non ti stavano bene e che hanno generato frustrazione e risentimento.

            La soluzione in questi casi è ripartire da se stessi, facendo quelle cose che ti fanno stare bene e ti aiutano a ricaricarti.

            Perché maggiori sono i problemi che stiamo affrontando e più è l’energia di cui abbiamo bisogno.

            Una volta che sarai “dritta” e avrai compreso cosa ti stanno dicendo le emozioni disfunzionali che stai vivendo (frustrazione, risentimento, “stanchezza”) potrai attuare delle strategie a cambiare la tua situazione, altrimenti il rischio è che continui a mettere in campo azioni che non funzionano e che alimentano il circolo vizioso di cui hai parlato

  4. Nadia Leroy ha detto:

    Bellissimo articolo ,complimenti.
    Più facile incolpare che reagire.
    Se ammettiamo le nostre colpe dobbiamo assumerci le nostre responsabilità ..fatto ciò poi dobbiamo muoverci per risolvere il problema per cui fare fatica e al nostro cervello non piace fare fatica.Io dico sempre che è un pò come il nostro sedere AMA STARE APPOGGIATO SUL DIVANO 😉
    Grazie Nadia

  5. Barbara ha detto:

    La scusite è la malattia del momento, una trappola che limita le performances, l’auto-inganno alimenta la bassa autostima e i limiti diventano dei blocchi patologici.
    Se solo le persone conoscessero i meccanismi ne sarebbero automaticamente fuori. …

    • Eugenio Olmetto ha detto:

      Ciao Barbara,

      concordo 🙂

      Magari non ne sarebbero proprio “automaticamente” fuori, ma la consapevolezza è il primo passo per uscire dal problema

      a presto 🙂

      Eugenio

  6. Alberto ha detto:

    Molto di quel che ho letto mi è naturale, in ogni caso come
    è esposto mi piace moltissimo e so che può aiutare tutti.
    Grazie Eugenio

    • Eugenio Olmetto ha detto:

      Grazie per il tuo bel feedback Alberto.

      io purtroppo ste cose le ho capite a furia di sbatterci il muso 🙁

      So che questo articolo NON può aiutare tutti in realtà…ma almeno qualcuno mi auguro di si 🙂

  7. michela ha detto:

    Ho cominciato già da un po’ a lavorare su me stessa e ti dico che seguo già le 4 strategie che indichi, ma non in toto. E, per quanto senta di avere ancora dei limiti dentro di me, noto che la situazione sta cambiando e che sono davvero responsabile di me stessa. Quindi, 110 e lode, Eugenio, hai colto nel segno!

  8. Felice ha detto:

    Eugenio complimenti per l’articolo … sono profondamente d’accordo con te nel cambiare il proprio punto di vista nella risoluzione dei problemi di qualunque genere … è una pratica che uso spesso … ed avendo cambiato numerosi lavori pur rimanendo nel settore commercio trovo ancora lo spunto per provare a realizzarmi … Saluti.

  9. lucia ha detto:

    Salve sono lucia mi è piaciuto molto il vostro articolo è vero dobbiamo essere noi a cambiare le cose come dice Albert Einstein la crisi porta il progresso , è dalla crisi che nasce l inventiva e le grandi strategie , ma a volte non si fa nulla come dite voi stiamo con le mani in mano ad aspettare non do cosa , purtroppo non ci aiuta nessuno dobbiamo essere noi a cambiare le cose ma ci facciamo affiggere troppo dai problemi quotidiani

    • Eugenio Olmetto ha detto:

      Grazie Lucia,

      infatti il problema spesso è che le persone passano il tempo a “spegnere incendi” e non si rendono conto che sarebbe meglio dedicare del tempo ad “evitare che la casa vada a fuoco”!!!

      Buone Mappe Mentali

      Eugenio

    • Remo ha detto:

      Molto spesso, quando mi accorgo di star cadendo nella pigrizia, ringrazio la Provvidenza , che mi fa cadere in crisi !

  10. fabio giannazzo ha detto:

    purtroppo la maggioranza della gente e legata troppo alla paura de cambiamento sta bene nella propia zona di confort perche secondo me e il giudizio che frena le persone

  11. ilaria ha detto:

    Mi interessa molto imparare come si scrive un cv sotto forma di mappa mentale. Anch’io ho sempre pensato che un cv dovesse distinguersi ma poi l’ho comunque scritto in formato europeo perché tutti consigliano così… la massa ha avuto la meglio anche questa volta!

  12. cristina ha detto:

    Complimenti per l’articolo. Come venditrice il mio stress deriva dai mancati appuntamenti e dal post vendita. Controllare le emozioni e cambiare approccio sarebbe una bella sfida.

  13. Arlin ha detto:

    Articolo ipnotico e divertente pur mantenendoti ben focalizzato sul tema
    Chiedo s’è possibile leggere qualcos’altro di suo sig Eugenio
    Grazie Arlin

  14. silvia ha detto:

    come si usano le mappe mentali per trovare il coraggio di lasciare il compagno/a di cui non sei più innamorato nonostante gli vuoi sempre bene ?

    • Eugenio Olmetto ha detto:

      Ciao Silvia,
      è un discorso veramente troppo complesso per affrontarlo in un commento del blog, sono cose che tratto solo con i miei studenti avanzati, quando ci vediamo dal vivo e me lo chiedono a quattrocchi, richiedono infatti che ci sia un certo tipo di fiducia tra le parti per andare a fondo sul problema.

      Considera che non c’è una risposta generalmente valida, c’è un processo legato ad una serie di azioni che è la persona (tu in questo caso) a dover individuare e in seguito eseguire.

      Da quel poco che dici penso potresti iniziare creando una mappa per esplorare le tue emozioni, in particolare per cercare di capire cosa ti spaventa così tanto dal dichiarare in modo chiaro e onesto che non sei più innamorata.

  15. dani ha detto:

    Ti ringrazio molto per l’articolo e per il libro in pdf; non sono un manager ma un semplice tecnico riparatore ; tuttavia era da un pò di tempo che stavo cercando qualcuno che sapesse usare le mappe mentali per cominciare ad imparare, perche sento proprio l’esigenza “interna” di esprimere le mie idee in modo grafico ma fino ad adesso andavo un pò a tentativi.A volte le nostre idee rischiano di perdersi a causa del fatto che finscono nascoste nei meandri della nostra mente senza che ce ne accorgiamo. Penso che con i tuoi consigli comincierò davvero a sbizzarrirmi e a dare sfogo alla mi crearività!!!
    Grazie davvero!!!

  16. rita ha detto:

    Vorrei info

  17. Carlo Rodi ha detto:

    Prevenire e’ meglio che curare ma per prevenire i problemi bisogna dimenticare il passato,ridurre l’attenzione sul presente e pensare a ciò che il futuro può riservare in base alle nostre azioni…Solo con una mente rivolta al futuro puoi staccarti dal pensiero del passato che hai usato per creare i problemi..Molto utile e interessante l’articolo Grazie Carlo

    • Eugenio Olmetto ha detto:

      Grazie a te per il feedback Carlo,

      diciamo che il passato dovrebbe servire per EVITARE di non ricadere negli stessi errori, non per continuare a ripeterli all’infinito…ma per fare questo bisogna accettare di aver commesso degli errori, imparare la lezione, perdonarsi e andare avanti guardando a dove si vuole arrivare come dici tu 🙂

  18. Claudio ha detto:

    E nel caso in cui abbiamo a che fare con un collega di lavoro che glissa dicendo che ” non è mai colpa sua?”

    • Eugenio Olmetto ha detto:

      Ciao Claudio,

      è un discorso veramente troppo complesso per affrontarlo in un commento e dovrei conoscere nel dettaglio i “fatti”.

      Questa persona probabilmente vive in un paradigma da vittima (= NON MI SENTO PARTE DEL PROBLEMA) e si sente minacciata dai giudizi altrui (PAURA DELLE CONSEGUENZE LEGATE ALLA PRESA DI RESPONSABILITA’).

      In questi casi bisogna innanzitutto capire se vale la pena portarsi dietro uno così o se non è meglio mollarlo.

      In caso si decida di lavorare per suscitare in lui un cambiamento, bisogna essere consapevoli che il prezzo da pagare in termini di energia, tempo e capacità di dare empatia è alto.

      Se vuoi approfondire ulteriormente il tema, lo affronto in modo più dettagliato nel Webinar legato al libro che trovi al link sotto

      http://www.mappementali.net/zerostress/

  19. Mac ha detto:

    Ma se tu non consigliassi agli altri cosa fare della loro vita, iscrivendosi ai tuoi corsi o comprando i tuoi libri, che cosa faresti?
    Il mondo è pieno di guru e di corsi d’ogni genere. Vergogna!

  20. Adriano ha detto:

    Sbagliare fa parte del crescere, crescere significa anche sbagliare.
    Assumere la totale responsabilità della propria vita per raggiungere i propri sogni.

  21. Mario ha detto:

    Articolo stupendo, credo molto nelle mappe mentale e voglio approfondire l’argomento. Mi sono rivisto in molti degli esempi che hai fatto.

  22. Andrea ha detto:

    Caro eugenio, volevo chiederti se queste mappe mentali siano utili anche di fronte a problemi come la fatica ad accettare il passato sessuale delle propria donna,che comporta immagini e pensieri irreali e fastidiosi alla mente.

    • Eugenio Olmetto ha detto:

      Ciao Andrea

      Io insegno ad usare le mappe dandogli una struttura ben precisa che serve ad affrontare e risolvere i problemi, è importante però poi avere le competenze che servono per riorganizzare e leggere la mappa.

      Queste competenze sono precise quando si parla di management (es. organizzare una riunione o pianificare un progetto), ma in questo caso il problema che porti credo che abbia più a che fare con una terapia dallo psicologo o cose del genere.

      Non so se mi sono spiegato

  23. Massimiliano ha detto:

    Mamma quante cazzate.

  24. alfredo ha detto:

    solo belle teorie verità al 50%. il mercato vuole professionisti e un ragazzo appena diplomato non sa nulla ,e non sa come fare e cosa fare. vogliono giovani con esperienza e chiuso argomento.

    • Eugenio Olmetto ha detto:

      Alfredo il tuo commento mi sembra fuori contesto e mi chiedo se hai letto l’articolo.

      Anche ammesso che tu sappia cosa cerca il mercato, cosa c’entra con l’articolo che parla più che altro di approccio alla risoluzione dei problemi?

      E come spieghi il fatto che il mercato “vuole giovani con esperienza e chiuso argomento” con Maurizio che è un Over 50 e si è brillantemente ricollocato?

  25. Alice ha detto:

    Ciao Eugenio! Grazie per i bellissimi consigli. Sono veramente utili. L’altro ieri ho preso la decisione di lasciare Londra e tornare a casa. Mi hanno proposto un posto di lavoro che ho senpre voluto fare e ho deciso di lasciare la vita di Londra. Ho i dubbi e la paura per il futuro. So che qui non avrò la certezza di avere un posto di lavoro l’anno prossimo. Sono stata fortunata ad averlo per quest’anno. E mi vengono i dubbi se ho fatto bene di lasciare la mia vita di Londra e venire qui. Come posso trovare un equillibrio sui miei pensieri e decisione già fatta? Grazie

    • Eugenio Olmetto ha detto:

      Ciao Alice,

      grazie per il tuo feedback.

      Ormai la decisione è presa e non vale la pena PRE-OCCUPARSI di un futuro ipotetico che non esiste ma è meglio OCCUPARSI di creare il futuro come lo desideri.

      Niente di impedisce un giorno di tornare a Londra o andare ovunque tu voglia, quindi zero pippe mentali e dacci dentro con la tua nuova avventura

      In Bocca al Lupo per tutto

      Eugenio

  26. Daniele ha detto:

    “Perché alla fine della fiera, se provi a fare qualcosa può succedere che:

    1) Riesci nell’intento e risolvi il problema una volta per tutte

    2) Non riesci a risolvere il problema ma almeno hai appreso delle lezioni che ti serviranno nel prossimo tentativo.”

    E’ una semplificazione che ho trovato in molti mental coach e che trovo artatamente furba… Perché non tutte le situazioni sono a costo 0.
    Fatta salva la parte secondo cui abbiamo paura di sbagliare perché da piccoli ci hanno insegnato che sbagliare è da falliti, che condivido in pieno avendola ahimé vissuta, non tutti gli errori sono “sicuri” (ovvero “nel caso peggiore resto come sono”), ma possono arrecare danno.
    Provi a sbagliare continuamente in ufficio, e poi si chieda se il suo capo non la debba considerare una pedina sacrificabile. Ma di esempi ne potrei portare molti altri.

    • Eugenio Olmetto ha detto:

      Daniele NESSUNA situazione è a costo ZERO.

      Se sbagli di continuo in ufficio significa che NON stai imparando dagli errori che hai commesso, quindi vorrei anche vedere che il capo non si incazzi con te e non ti consideri una pedina sacrificale.

      C’è una grande differenza tra uno che commette un errore perché si sta impegnando ad imparare a fare qualcosa di nuovo, e uno che lavora senza alcuna attenzione e fa una cazzata dietro l’altra, non penso ci sia bisogno di spiegare questo concetto.

      Il problema grosso delle persone è la scarsa attitudine ad IMPARARE.

      Per imparare bisogna avere umiltà, voglia di mettersi in discussione, capacità di accettare gli errori commessi in passato etc.

      E’ molto facile trovarsi delle giustificazioni, anche perché ci sono sempre delle ragioni per cui sbagliamo, una volta si è stanchi, una volta non si è adeguatamente competenti, un’altra si avevano dei tempi ristrettissimi…è molto meno facile però avere l’umiltà di accettare la lezione ricevuta, imparare dall’esperienza per evitare di commettere lo stesso errore in futuro.

      Senza voler fare il polemico, ma guarda anche il tuo commento:
      -) mi associ ad un mental coach (cosa che ritengo abbastanza offensiva)
      -) usi un linguaggio confuso e tendenzioso (E’ una semplificazione che ho trovato in molti mental coach e che trovo artatamente furba),
      -) mi parli con il LEI (cosa che non si fa in rete)
      -) dici che potresti portare molti altri esempi senza portarne di fatto neanche uno.

      MORALE DELLA FAVOLA?

      Questo articolo poteva aiutarti a vedere le cose da un punto di vista diverso, a risolvere un problema in cui magari ti eri incagliato, e invece non ti servirà a nulla, perché l’obiettivo è stato di difendere chissà quale situazione per cui uno è autorizzato a NON agire…

  27. Mario ha detto:

    Ciao Eugenio, complimenti per questo articolo, penso proprio che daró un bello sguardo al tuo sito.

    Vorrei porti una domanda:
    condivido il tuo approccio alle cose, ma mettiamo il caso che accettate le proprie responsabilita dei precedenti fallimenti, ti trovassi per un lungo periodo a stentare a ripartire perché hai diverse idee e non sai dove “buttarti”(passami il termine) come ti comporteresti?

    Grazie mille per il tempo che dedicherai alla mia risposta.

    • Eugenio Olmetto ha detto:

      Ciao Mario,
      il problema non sono le “troppe idee” ma le emozioni che ti stanno bloccando, la paura di prendere una cantonata, di lanciarsi in un’attività che potrebbe non andare bene, magari il giudizio degli altri etc.

      Non ti conosco e non lo posso sapere ovviamente, ma credo ti sarebbe utile mettere a terra queste emozioni ed affrontarle, facendo tesoro degli insegnamenti ricevuti dalle esperienze che non sono andate bene.

      In questo caso un esercizio che ritengo utile è, prima di focalizzarsi sulla scelta dell’idea da seguire, definire i criteri di valutazione, in sostanza quali sono i parametri che ti faranno dire: “questa opzione SI, questa NO”.

      Spero di esserti stato di aiuto 🙂

      a presto
      Eugenio

      • Mario ha detto:

        Ciao Eugenio,

        certo che mi sei stato di aiuto, probabilmente quello che mi manca è un po di lucida e di abbandonare qualche altra piccola frizione che mi rimane, certo c’e’ sempre una piccola voce nella mia testa che mi dice: non devi sbagliare stavolta.

        La passata esperienza, se pur con zero danni economici dato la rivendita a costo zero, nel tempo si è fatta sentire ma sono riuscito ad analizzarla e sviscerarla in quelli che sono stati i miei errori, anche se chi conosco ancora adesso è convinta che sia stato caso e sfortuna, io sono convinto della mia quota di errori.

        Proverò il tuo “esercizio” vediamo come va.

        ancora complimenti

  28. Paolo ha detto:

    Quale sarebbe l’altro formato di cv da usare?

    Grazie.

  29. Sissi ha detto:

    Buongiorno, che meraviglia l’articolo…profuma di speranza e non solo.Anche se per una persona un po’ depressa,che fa fatica a sentire i profumi..non è semplice da attuare il cambio di mentalità.Ogni giorno parte lo stesso loop sul fallimento, rimpianti e il passato che non si può cambiare ma che ha portato qst presente che non voglio.La colpa è mia,lo so e qst logora.Fallito nella vita e nelle relazioni.Vedo il mio ex realizzato in tutti gli ambiti e io ferma a 15 anni fa. Sono vecchia per “mettere a posto ogni cosa” ma l’alternativa qual è? alemno nn fossi consapevole…quando non si riesce a cambiare nulla sarebbe meglio non rendersene conto.

  30. roberto bergamasco ha detto:

    Articolo interessante e dal tono franco.

  31. Mauro ha detto:

    Succede che a volte si riesce a raggiungere il proprio scopo. E quando lo si raggiunge la situazione viva è completamente diversa da come la si immaginava. Quindi ci si mette in proprio, per fare la stessa mansione con più responsabilità etc.. si ha l’illusione di fare la cosa giusta ma il mercato nel frattempo è cambiato. Come si può accettare di fare continuamente cose che non rispondono a quello che ci si prefigge dover adeguare continuamente se stessi, modellarsi ai cambiamento della massa o dei trend? come si riesce a trovare una situazione stabile? perchè dovremmo essere sempre in cambiamento? perchè ora un uomo di 40 anni che ha sempre fatto tutto perfettamente dovrebbe continuamente cambiare a causa delle leggi di mercato e quindi a causa del fatto che la massa sia completamente ignara di quel che fa? perche se per far funzionare tutto bisogna comportarsi come i criceti in una ruota se esistono persone che la gabbia e la ruota nemmeno la vogliono??? potrebbe indicarmi una mappa mentale realistica per questo tipo di problema???

    • Eugenio Olmetto ha detto:

      Mauro ti fai un sacco di domande, perlopiù tutte sbagliate se mi consenti la battuta di spirito :-).

      LA VITA E’ CAMBIAMENTO, non è una cosa che siccome a te non piace allora si può eliminare.

      E’ proprio l’approccio da cui parti che non funziona, è il concetto di perseguire la staticità che frega le persone, “la ricerca del posto fisso” se sei un dipendente o del: “ormai l’azienda va bene e mi posso rilassare” è un punto di partenza DISFUNZIONALE che ovviamente genera FRUSTRAZIONE perché non raggiungibile.

      Devi pensare di salire su una scala mobile che scende, se ti fermi non rimani nello stesso punto ma vai indietro.

      Ovviamente non ti conosco e non conosco la tua situazione, quindi non posso darti un suggerimento, se non quello di capire che probabilmente ti stai concentrando sul problema sbagliato

  32. hearts ha detto:

    ma perché nessuno ha il coraggio di dire che lavorare, 98 volte su 100, fa schifo? Io credo che i problemi di performance e di frustrazione siano tutti qui: stare 8/12 ore in un posto dove non c’è verde, non ci sono i tuoi figli, non ci sono i tuoi interessi, e c’è solo competitività… è stressante per forza di cose. Quando c’era la schiavitù, la gente forse non ci pensava nemmeno. Ad oggi è assurdo che si debba lavorare più di 4ore al giorno, considerato quanti siamo e quante macchine utili abbiamo. La frustrazione sul lavoro è ovvia e naturale. La vita è altrove

    • Eugenio Olmetto ha detto:

      Io invece credo che lavorare sia bello e gratificante quando trovi la tua strada.

      Il punto è: non ti piace quello che fai? Cambia strada no?

      Non c’è niente di male a fare qualcosa che non ti piace, uno deve pagare le bollette e quindi fa di necessità virtù.

      Ma questo vale per un po’, poi se non fai niente per cambiare le cose il problema sei tu e il tuo atteggiamento mentale, che vorrebbe che le cose cambiassero ma senza mettere in campo delle azioni per cambiare la propria vita.

      Immagina chi ti paga lo stipendio com’è contento di avere un dipendente che sprizza il tuo entusiasmo…

  33. michela caneva ha detto:

    grazie legge estain ho risolto problemi anche io

  34. quirino fardellini ha detto:

    Ho letto l’articolo..e sinceramente..debbo dire..che non ho compreso..cambiare mentalita’..responsabilita’..in che modo offrono concettualmente il modo di rendersi razionalmente capaci a risolvere un problema..psicologicamente rafforzare l’autostima e’ importante..essere piu’ positivi significa dare un ottimismo di garanzia..ma intellettualmente..come risolvo?..non ho visto alcuna soluzione..le parole combinate a determinare un pensiero sono valide per il principio che assume l’intelligenza nell’ordinare..ma cosa sa per risolvere..? un soggetto ricade in depressione se nello sforzo non allinea una simmetria logica del fare..e quelle parole ..una volta tentate di prenderle nel verso in cui l’implicito suggerisce..si perdono nuovamente nel caos di un disturbo creato dalla mancanza di sublimare la forza..o la volonta’ col pensiero..SALUTI..ROUTE 66.. 111 MAGIC..Quirino Fardellini Colledara Teramo

  35. Maurizio ha detto:

    Articolo intelligente, con spunti molto interessanti. Complimenti

  36. B ha detto:

    Bello come ragionamento e condivido molti di questi punti. Ma se il punto di vista (diverso dal mio) che decido di prendere in considerazione snaturalizza radicalmente il mio modo di essere, che dovrei fare, snaturarmi per risolvere un problema che non piace agli altri? Snaturarmi per un problema che la società vede come “sbagliato” solo perché gli altri non lo fanno?

    Premesso che sono una persona che si mette sempre in discussione, faccio molta introspezione ogni singolo giorno e quelli che ho reputato per anni essere problemi in realtà vedo che costituiscono più un problema per gli altri, più che per me. Mi reputo una persona come tante, con pregi e difetti che non necessariamente si incastrano bene con tutti, e mi reputo abbastanza intelligente da fare lavori di introspezione su me stessa. Ma adottare un punto di vista diverso da quello attualmente vigente (e per diverso intendo DIAMETRALMENTE opposto), lo sentirei su di me un pochino forzato… e dire “pochino” è eufemistico.

  37. Fabio ha detto:

    Appena ho inziato a leggere, la frase comincia subito malissimo!!: “Settimana scorsa”. Settimana scorsa??? La lingua Italiana con il sostantivo femminile ‘settimana’ richiede l’articolo determinativo femminile singolare LA.

    • Eugenio Olmetto ha detto:

      Fabio ho pensato a lungo se fosse il caso di rispondere ad un commento del genere.
      Alla fine ho deciso di farlo non solo perché potrebbe aiutarti ad “aprire la mente”, ma anche perché può essere utile a quelle persone che non reagiscono bene alle critiche “distruttive” come questa (perché un conto è un feedback costruttivo, un altro conto è una “critica distruttiva”).

      Innanzitutto dai per scontato che la scrittura in un blog segua le stesse regole dei temi di italiano che si fanno al liceo.
      Non è così, nei blog come nei social si usa un linguaggio “parlato” e si comunica come si farebbe al bar bevendo una birra.

      Fatta questa considerazione, anche nel caso tu avessi ragione (e non ce l’hai), il tuo commento parla molto di te e dei tuoi problemi. Perché invece di leggere l’articolo e giudicarlo sui contenuti, non solo ti sei fermato alla prima riga, ma hai anche sentito il bisogno di lasciare un commento da nazigrammar.

      Fidati di me anche se non mi conosci, non è cercando di sminuire il lavoro degli altri che troverai soddisfazione nella tua vita, sad but true.

      Ai Circoli Virtuosi
      EU

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