Il troppo lavoro frena la Produttivita’?

Secondo “The State of Workplace Productivity Report”, un’indagine svolta sulla Produttività dalla società Cornerstone OnDemand:

il 68% dei lavoratori statunitensi si lamenta di un eccessivo carico di lavoro (tendenza che è in peggioramento rispetto al 2013). 

La statistica è relativa al mercato USA, ma dubito che i risultati sarebbero tanto diversi se fosse stata effettuata in Italia.

Riassumendo, ecco alcuni dati significativi emersi durante il sondaggio:

-) quasi 7 su 10 ritengono che il vero ostacolo alla produttività, sia il sovraccarico di lavoro. In sostanza sono meno produttivo perché “ho troppe cose da fare” 

-) più di un quarto degli intervistati ha dichiarato di non riuscire a staccare, nemmeno in vacanza (mio commento: bella vita de mierda!)

-) Troppe distrazioni. Il 43% dei dipendenti considera le visite improvvisate dei colleghi il peggior nemico della produttività. 4 su 10 si sentono sommersi dalle troppe informazioni e un 27% da un eccesso di tecnologia.

I lavoratori hanno anche individuate alcune soluzioni:

-) Telelavoro e Flessibilità. 
Il 65% dei lavoratori pensa che poter avere orari flessibili e la possibilità di lavorare da casa possa aumentare la produttività. 

Lo stesso numero di intervistati concorda sul fatto che le riunioni "in presenza" potrebbero essere completamente sostituite dalle videoconferenze.

-) Ambienti di lavoro che favoriscano la concentrazione, come “uffici chiusi” (37%), oppure a “cubicoli” (23%).
4 su 5 pensano che gli "open space" non siano idonei. 

Il ciclo corretto per risolvere il problema

Se sei iscritto a questo blog avrai ricevuto (e studiato spero), un lungo ciclo di mail in cui spiegavo qual è il processo corretto per risolvere i problemi e quali sono invece i meccanismi che portano a trascinarli all’infinito.

Una delle prime cose da fare è distinguere la vera causa del problema dalla giustificazione che gli stai dando e, nel caso specifico, in Italia il vero problema è che si lavora male, non che c’è troppo da fare.

Pensare di essere poco produttivo perché hai troppo da fare è una cazzata e, finché rimani in questo modo di pensare, non c'è telelavoro o flessibilità che tenga, il problema non lo risolverai mai!

La prima cosa che faccio fare ai miei studenti è rispondere ad un questionario in cui li aiuto a fare un po’ di chiarezza nella loro testa sui problemi che vogliono risolvere.

Il cambio di paradigma da “ho troppo da fare” a “cosa ho bisogno di imparare a fare meglio (e quindi in maniera diversa rispetto ad ora)?” è il primo grande passo.

Eugenio, guarda che è vero che io ho troppe cose da fare.

Certo che è vero, ho forse detto il contrario?

Ti ho detto un’altra cosa. Ti ho detto che pensare che questa sia la causa (e non una diretta conseguenza) non ti aiuta a risolvere il problema.

Ripartiamo dall’inizio e cerca di seguirmi, è vero che hai troppo da fare, ma questo non ti serve a risolvere il problema, ok?

E sai perché?

Semplice, perché questo modo di pensare ti serve a:

A) Sentirti importante.

Nella nostra società “fa figo” essere impegnati.

Dà l’impressione di ricoprire una carica importante, di valore.

Di essere uno di quelli che “senza di me la baracca non va avanti”.

Vieni interpellato di continuo, e questo soddisfa il tuo ego, ti fa sentire al centro dell'attenzione.

Non so a te, ma a me non è mai capitato di sentire una persona vantarsi di non contare una mazza…

Ogni volta che parlo di questa cosa mi viene in mente un tizio conosciuto fuori dallo stadio, mi ha attaccato una pezza di 20 minuti su quanto fosse importante lui nell’azienda, che il suo capo era un coglione e meno male che c'era lui altrimenti sarebbero stati rovinati,…faceva il magazziniere!!!

Per carità, massimo rispetto per il ruolo…ma faccio veramente fatica a vederlo come insostituibile!

B) Non è colpa mia!

E questo è l’enorme, il vero vantaggio di pensare che non è colpa tua, che hai troppo da fare, perché: “se non è colpa mia, allora non sta a me rimediare!”

Certo, farò presente il problema, mi lamenterò con i capi, con famiglia e amici, e questo mi farà anche ricevere delle attenzioni e della comprensione, però…...C’è un però che è poi l’unico lato negativo di questo modo di pensare:

Il problema te lo tieni finché campi…e tra l’altro campi pure male!

Perché lamentarsi nel breve periodo richiama solidarietà, nel lungo invece rovina la vita a te e a tutti quelli che ti stanno vicino.

Ora, scansiamo la confusione e facciamo un po’ di chiarezza.

Non sei improduttivo perché hai troppo da lavorare, ok? Tutto chiaro fino a qui?

Sei improduttivo perché lavori male e quindi il tempo per fare tutto quello che devi fare non ti basta mai, questo innesca un circolo vizioso di stress (e di cui magari ti parlerò in un’altra occasione) che ti rende improduttivo.

Infatti, sai cosa cambierebbe se tu avessi 48 ore invece di 24?

Assolutamente niente, stressato e improduttivo esattamente come adesso!

Naturalmente, anche accettare questo punto di vista ha dei lati negativi. Per esempio:

-) tocca ingoiare il rospo e farsi una ragione di aver commesso degli errori

-) c’è da muovere il culo (o rimboccarsi le maniche se ti piace di più), sta a te cercare delle soluzioni

-) va accettato il fatto che ci saranno degli altri errori, perché la soluzione non arriverà come per magia calata dal Padreterno

Però sai qual è l'altra faccia della medaglia?

sei sulla strada giusta per risolvere il problema!

La VERA causa del Problema?

Repetita Iuvant, quindi te lo ridico:
non ho detto che non è vero che sei sovraccarico di lavoro, ma voglio che tu capisca che questa è la conseguenza, non la causa del problema.

La vera causa è che in Italia siamo abituati a lavorare male, e questo significa:

-) NAVIGAZIONE A VISTA.

Il 99% delle persone NON pianifica o NON sa pianificare.

E dell’1% che ti dice di avere un sistema di pianificazione, il tutto si riduce ad un’agenda (cartacea o digitale) in cui segnare gli appuntamenti…questa NON è comunque una pianificazione degna di questo nome (e infatti funziona molto poco)

-) DISORGANIZZAZIONE regna sovrana.

Non si sa chi fa che cosa, quando lo fa e se è chiaro non si sa mai se lo farà veramente. Infatti:

-) IMPEGNI NON RISPETTATI.

Una volta la “parola data” era sacra, una stretta di mano equivaleva ad un contratto firmato.

Oggi non valgono niente neanche i contratti scritti.

Sento di continuo persone che si lamentano di fatture non pagate (o pagate in ritardo), di servizi non corrisposti (o non all’altezza delle aspettative), di ritardi nelle consegne etc.

Ci siamo talmente tanto abituati alla mediocrità, che ci sembra normale, quasi scontato che gli accordi non si rispetteranno…

-) ZERO COMUNICAZIONE.

Le persone non comunicano.

Quando comunicano lo fanno comunque in maniera inadeguata, filtrata dalla paura e dall’incapacità di esprimere richieste in maniera chiara e comprensibile.

CAUSE PROBLEMI

Queste che hai visto sopra sono le vere CAUSE del problema e che generano:

1) Imprevisti su imprevisti.

Se non pianifichi una mazza, è ovvio che dovrai lavorare perennemente in urgenza, adattandoti continuamente alle situazioni che vengono fuori in corso d'opera.

Ma non è che è il tuo lavoro ad essere “pieno di urgenze imprevedibili”, è che se non ti organizzi sarai sempre in balia degli eventi

2) Sfiducia.

Se non c’è comunicazione, se so che tanto non manterrai la parola, ad un certo punto non ci si fida più, i rapporti si deteriorano e questo genera un ambiente di merda nel quale lavorare. E un brutto ambiente porta:

3) Malessere.

Stanchezza, Paura di fallire, Ansia per il futuro, terrore di perdere il posto (o il cliente), Frustrazione.

Il mondo del lavoro di oggi è paragonabile ad una grande scalata del Giro d’Italia.

Un conto è essere in perfetta forma perché ti sei allenato in maniera adeguata, avere una bici superperformante, un team che ti segue passo per passo, una strategia per salire con i tempi giusti, i tifosi che ti incitano…un altro è salire con una Graziella, le ruote sgonfie, i compagni di squadra che ti abbandonano, i tifosi che ti prendono per il culo e dopo una bella abboffata di peperonata smiley

Tu quale alternativa scegli? Come preferiresti affrontare la salita, Graziella o moto?

Un esempio pratico di quanto ci siamo detti

Sai che mi piace dare degli strumenti operativi ogni volta che posso.

Quindi ti mostro un esempio pratico e reale di cosa ho fatto io in relazione ad un problema che ho appena dovuto affrontare e risolvere.

In seguito alle mail di pre-lancio del mio corso aperto al pubblico, abbiamo ricevuto un numero di richieste troppo alto e il mio collaboratore è andato in difficoltà.

Gran parte dei problemi sono stati generati dal fatto che alcuni andavano richiamati più e più volte prima di poter procedere con l’intervista.

Il mio timore era di non riuscire a rispondere entro le 48 ore (che è la promessa che faccio a chi chiede informazioni).

Quindi ho mandato questa mail, leggila con attenzione che poi la guardiamo insieme.

Ciao 
ti scrivo perché hai chiesto informazioni sul prossimo corso di Time & Stress Mapping e forse non siamo ancora riusciti a dartele.

Infatti abbiamo ricevuto talmente tante richieste che il mio collaboratore non è riuscito a soddisfarle tutte.

In via del tutto eccezionale, da domani mi metterò a fare qualche chiamata anche io e visto che odio perdere tempo vorrei che fossero chiare alcune regole di comportamento. 

Leggi fino alla fine perché ti darò anche dei suggerimenti pratici di "gestione del tempo" (che dovrebbero essere le basi ma che molti ignorano)

Regola 1
Se rispondi al telefono mi aspetto che tu abbia qualche minuto da dedicarmi.
Te lo dico perché ultimamente è capitato che qualcuno abbia risposto dicendo di "non poter parlare"...beh, lascia che te lo dica con la solita delicatezza che mi contraddistingue, questo è un modo stupido di lavorare.

Perdi tempo tu, perdono tempo le persone che sono con te in quel momento, perdiamo tempo noi.

Ora, visto che aiuto le persone a RISPARMIARE tempo, non a perderlo, voglio darti un consiglio

Suggerimento 1: 
il telefono è una fonte di disturbo notevole.

Quindi se stai facendo qualcosa che non può essere interrotta, non solo non dovresti rispondere, ma neanche dovresti averlo vicino il telefono.

eh ma io devo rispondere perché...

blah blah...esci dalla logica che devi sempre rispondere al telefono, a tutte le ore e in tutte le situazioni.

A meno che tu sia un medico che deve rispondere entro 30 minuti dalla chiamata per andare in sala operatoria, puoi tranquillamente fare a meno di alzare la cornetta, soprattutto se non conosci il numero (le nostre chiamate vengono da numeri visibili). 

Regola 2
Se fissi un appuntamento rispettalo!

In qualche caso, qualcuno ha fissato un appuntamento telefonico e poi non si è fatto trovare.

Ecco, questo è un modo ancora più stupido di lavorare di quello di prima, perché rovina le relazioni e la fiducia tra le parti.

Ogni volta che prendi un appuntamento e non lo mantieni:

1) stai creando un'abitudine negativa, quella di non mantenere gli impegni.
E questo avrà influssi negativi a 360° sulla tua vita, perché nel tuo cervello si consoliderà la sinapsi: "non so mantenere gli impegni", rendendoti difficile mantenere gli impegni che prendi sia con te stesso che con gli altri. 

2) crei un circolo vizioso di sfiducia. Se non mantieni gli impegni, presto le persone non si fideranno più di te. 
Questo si porta dietro tutta una serie di effetti collaterali negativi (che non ti auguro proprio di vivere), scarsa comunicazione, esclusione da parte delle persone etc. 

Tuttavia, il problema principale non è questo. 

Il problema principale è che nella tua testolina si sviluppa la vocina: "è ok non mantenere gli impegni"...e questa vocina si farà sentire anche quando l'impegno lo prenderai con te stesso e ti troverai a dover affrontare delle difficoltà...chi non mantiene gli impegni si arrende molto più facilmente.
...io ci ho messo anni per risolvere questo problema.

Suggerimento 2: 
Una delle prime cose che insegno ai miei studenti è comunicare nella maniera più chiara e onesta possibile. 

Ti ho scritto non so quante mail, inviato non so quanti articoli, lo ribadisco ad ogni occasione utile, possibile che non sia ancora chiaro?

IO VOGLIO SOLO STUDENTI MO-TI-VA-TI!

Nessuno ti forzerà a comprare niente, usando chissà quale tecnica ipnotica. 

La telefonata è una vera e propria analisi preliminare che serve a verificare se effettivamente possiamo aiutarti a risolvere il tuo problema.

D'altronde non potrei offrire una garanzia soddisfatto o rimborsato a uno che non è idoneo a studiare con me!

I patti con me sono chiari fin da subito:

hai un problema di tempo e stress e vuoi risolverlo?

Io ti guido passo per passo e ti faccio vedere cosa e come fare.

Se alla fine del percorso non hai risolto il problema, ti ridò i soldi.

Questo lo posso fare SOLO perché il mio sistema di insegnamento è ormai collaudato, e so molto bene che un certo tipo di persone non ottiene risultati! 

  • Non ottiene risultati perché pensa moltissimo ma agisce pochissimo!
  • Non ottiene risultati perché preferisce lamentarsi che prendersi la responsabilità!
  • Non ottiene risultati perché non ha ancora capito che il tempo ha un valore infinitamente superiore al denaro!
  • Non ottiene risultati perché vive nella paura. Nella paura di non farcela, nella paura di venir truffato, nella paura di venire giudicato da famiglia/colleghi...

Io questo tipo di persona NON LA VOGLIO in aula!

Tra i miei studenti ci sono Amministratori Delegati, Manager, Psicologi, Formatori, Politici, Commercialisti, Counsellor, Imprenditori, Amministratori di Condominio...sai cos'ha in comune tutta questa gente?

SI SONO ROTTI LE PALLE DI LAVORARE 10 ORE O PIU' AL GIORNO E CERCANO UNA SOLUZIONE. 

VOGLIONO VIVERE UNA VITA PIU' FELICE, non vogliono passare la vita a spiegarsi perché non possono avere la vita che desiderano...

Io ci metto il sistema, ma la voglia e la convinzione ce la devi mettere tu, non io!

Quindi, se hai cambiato idea, per qualsiasi ragione (che non devi neanche raccontarmi), non c'è bisogno di accampare scuse e fissare un appuntamento che poi non rispetterai,  ti basta dire: "guarda, ci ho ripensato, non mi interessa più grazie"

Amici come prima e nessuno perde del tempo prezioso. 

Ok? Come si suol dire: "Patti chiari e Amicizia lunga"

Seguivano saluti e l’offerta pre-lancio

Eh Eugenio, ma come sei diretto. Ma così facendo non temi di offendere qualcuno, perdere clienti, etc. etc.?

No!

Premesso che chi mi segue sa bene che sono molto "diretto" e che non sto troppo a menarmela per i toni. Questo è il MIO modo di comunicare molto schietto e diretto, tu trova il tuo naturalmente.

Fatta questa precisazione, queste genere di pippe mentali sono le cose che bloccano le persone e generano i problemi, infatti:

1.    Ammettiamo pure che sia mia la responsabilità del fatto che le persone si offendano (NB: non è così. La mail al massimo è lo stimolo, non la causa. Le persone si offendono perché alcuni loro bisogni non sono soddisfatti, non per quello che dico o faccio io...ma questa è un'altra storia).

Il punto è che, indovina un po’ chi si offende?

Eeeeesattooo. Proprio le persone che hanno quei comportamenti che critico e che NON hanno intenzione di cambiarli.

Perché le stesse parole, su un altro meno permaloso che ha voglia di cambiare, possono indurre ad una riflessione:

“sai che c’è, Eugenio mi dice sta cosa e mi sta anche un po' sulle palle il tono che usa.

Però è anche vero che con le telefonate ci perdo un casino di tempo.

Come è vero che non mi fido più di Tizio e Caio perché in un paio di occasioni non hanno mantenuto la promessa che mi avevano fatto”.

2.    Non sto perdendo clienti, li sto qualificando.

Perché mai dovresti offenderti per una mail del genere, perché ho detto che è un modo stupido di lavorare?

E quindi?

Mi stai dicendo che rispondere al telefono mentre sei in riunione con altre persone è un modo intelligente di lavorare?

O che rimandare all’infinito una decisione sia un modo intelligente di lavorare?

Non è evidente che questi sono esattamente i comportamenti che creano i problemi di cui abbiamo parlato prima?

E non entro neanche nel discorso che ho dato delle “stupido” al comportamento, non alla persona…ma il discorso per me è molto chiaro, se sei ancora a fare ste confusioni come pensi di venire in aula con me a studiare cose che sono 10 anni avanti a tutto il resto?

Il mio sogno, quando ho creato Lavorare Meglio, era di divulgare un modo DIVERSO di lavorare rispetto a quello in cui ero cresciuto.

E DIVERSO significa che devi fare cose DIVERSE rispetto a quelle che hai fatto fino a quel momento (e che hanno generato il problema e che ti impediscono di risolverlo)…anche se sembrano difficili da fare e contro-intuitive (tra l'altro, più le cose sono contro-intuitive e più funzionano).

Quindi non è che mi sono messo a piangere perché le persone sono abituate male, o sono troppo prese dai 1000 impegni, o sono brutte e cattive.

Ognuno c’ha i cacchi suoi nella vita, bisogna cercare di capire come li si può aiutare e contemporaneamente ricordarsi di continuare ad inseguire i propri obiettivi.

Quindi invece di lamentarmi della maleducazione delle persone mi sono fermato a pensare cosa potessi fare io di diverso per prevenire il problema.

E ho scritto la mail!

Prevenire sembra più difficile, ma è decisamente meglio di curare, non trovi anche tu?

Ora, riguarda la mail seguendo i passaggi e cerca di trarne qualche indicazione utile per la tua vita di tutti i giorni.

1.    Vulnerabilità: ho dichiarato in maniera onesta la mia difficoltà.

“Ragazzi, ho un problema: ho paura di non riuscire a rispettare la mia promessa di contattarvi tutti entro 48 ore.

Ho un ragazzo che telefona, mica una schiera di telefoniste. Se poi questo deve chiamarvi 3 o 4 volte prima di beccarvi è un casino.

Io sono anche disposto a rimboccarmi le maniche e a fare una cosa che non amo particolarmente (ndr: telefonare), però vorrei evitare di seguirvi modello un liceale che va dietro la gnocca della scuola, quindi prima chiariamoci su alcuni punti per favore”.

2.    Prevenire il problema:

"se mi rispondi mi aspetto che tu abbia del tempo da dedicarmi, altrimenti non rispondere"

3.    Offrire Valore:

ho approfittato della situazione per dare qualche suggerimento operativo utile a chi legge.

Gli dico come dovrebbe comportarsi con il telefono e quali sono le conseguenze negative di non mantenere gli impegni.

Non importa con chi hai a che fare, è una questione di abitudini, di sinapsi che si creano nel cervello e che ti rendono più facile continuare a commettere gli stessi errori.

4.    Esplicitare l’ovvio:

chi segue il mio blog (e chi inserisce i dati nella pagina al 95% lo è), sa benissimo come lavoro e qual è la mia procedura di insegnamento.

Nonostante questo io so bene che le persone tendono a dimenticare le informazioni, soprattutto quelle che vanno nella direzione contraria rispetto a quello che fa la massa.

Quindi gli ripeto esattamente chi può venire in aula e chi invece è meglio che se ne stia a casa.

5.    Richiesta chiara: gli do la possibilità di tirarsi indietro. 

Hai chiesto info per l’iscrizione al corso? Ok, magari hai cambiato idea e la cosa non ti interessa più ma hai vergogna a dirlo.

Non c’è bisogno di accampare scuse e rimandare l’appuntamento all’infinito, me lo dici e nessuno ti chiama più.

Più semplice e onesto di così si muore, perché dovremmo perdere del tempo e delle energie inutilmente scusa?

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Giorno dopo giorno, capire e ottenere dei benefici personali con l'uso delle mappe mentali, come tornare ad avere tempo per dedicarsi alle proprie necessità: una gita in barca, studiare, disegnare.

Tempo da dedicare alla famiglia: il partner e i figli. Ottimizzare le attività lavorative grazie alle mappe mentali manageriali!

Idee chiare, obiettivi definiti, ottimizzazione delle attività e quindi meno stress! 

Due piccole esperienze, la prima e forse la più importante è stata quella di analizzare e pianificare la mia vita privata, riuscendo a dare lo spazio temporale ai miei interessi, anche solo mezzora al giorno, durante la settimana; la seconda riguarda l'ambito lavorativo, grazie alle mappe, sono riuscito ad ottenere una riduzione delle interruzioni del 90%

Grazie Eugenio, è un piacere lavorare con te! 

Daniele Rebecchi (Direttore - Netzsch Italia)

Questo è il modo in cui lavoro io e questo è quello che insegno a fare ai miei studenti, se vuoi essere dei nostri leggi qui sotto e inserisci i tuoi dati a fine pagina

==> http://www.mappementali.net/corso-di-time-stress-management/ <==

Buone Mappe Mentali

Eugenio

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10 Responses to Il troppo lavoro frena la Produttivita’?

  1. matteo ha detto:

    Articolo bellissimo, da leggere e rileggere… e mappare!

    Tony Buzan dice che fare una mappa di quello che si sta leggendo è come conversare con l'autore. E' da provare e accorgersi che è una grande verità. Il fare una mappa in tempo reale, è vero richiede tempo, ma al contempo ti permette di distillare quello che stai leggendo e averne un concentrato che è mille volte più incisivo e funzionale. Insomma, comincio a fare una mappa di questo post, che senz'altro mi farà da guida ! E poi a catena degli altri post!

    Grazie Eugenio, il valore di questo Blog è grande!

    • Eugenio Olmetto ha detto:

      Grazie per il bel Feedback Matteo 🙂

      Penso che il valore di un blog sia direttamente proporzionale all'utilizzo che ne fa il lettore…per molti queste informazioni saranno del tutto inutili perché non metteranno in pratica assolutamente niente…

      sapere che che ci sono persone che FANNO e APPLICANO mi riempie il cuore di gioia ðŸ™‚

      a prestissimo

      Eugenio 

  2. Paolo ha detto:

    Fino a 4 ore fa..mai sentito parlare di Mappe Mentatali, non sto smettendo di leggere!!

    Complimenti Eugenio per l'Articolo.

     

     

  3. Roberta ha detto:

    Bravo Eugenio, sei chiaro semplice schietto. Continuo a leggere e mi diverto tantissimo.
    Grazie

  4. Giorgio ha detto:

    Grazie per la genuina schiettezza.
    Fondamentali sono gli obbiettivi, la capacità di eseguire un’autovalutazione di se stessi obbiettiva e il riconoscimento dei propri errori.
    La matrice del tempo di Covey, la capacità di dire di “no” o “non adesso” aiutano a liberarsi da attività senza valore aggiunto.
    Dire quello che si farà e fare quello che si è detto (incluso richiamare il collega che ti ha cercato) mantiene alta la credibilità della persona.
    La cosa che mi “immerda” di più la vita è la comunicazione: mi servirebbe una sorta di traduttore simultaneo che mi consenta di trasmettere un concetto/informazione/critica a più persone simultaneamente senza mettere sulla difensiva Tizio, avvilire Caio, offendere Sempronio ecc.ecc.

    • Eugenio Olmetto ha detto:

      Ciao Giorgio,

      grazie a te per il feedback.

      E’solo un problema di COME si comunica, per esempio già usare la parola “critica” manda le persone sulla difensiva.

      Il che non significa che non si possano dare dei feedback negativi, ma come si danno è fondamentale.

      Ho visto che parteciperai al webinar di domani legato al libro http://www.mappementali.net/zerostress/, se mi rifai la domanda in quella sede ti do una risposta più completa 😉
      A presto
      Eugenio

  5. augusto ha detto:

    direi che l’articolo è molto chiaro.
    cercare le soluzioni è più complesso che lamentarsi.
    capire che si è in difficoltà e che bisogna cercare soluzioni è già il primo passo.
    Ma, perché c’ è sempre un MA, ricordo un aneddoto raccontatomi non so più quando, non so più da chi né se sia realmente veritiero:
    “in occasione del rinnovo del contratto dei camalli -marinai e portuali liguri – venne proposto un accordo dal 20 lire senza o 10 con mugugno, ovvero con la possibilità di lamentarsi del lavoro e delle condizioni.
    Ecco, immaginate cosa venne accettato.”

    Siamo un popolo di mugugnosi, e alla fine, vola solo chi osa farlo.

    • Eugenio Olmetto ha detto:

      Repubblica Marinara di Genova…

      comunque lamentarsi offre tanti vantaggi ma non aiuta a risolvere il problema, quando uno ha capito questo è già a metà dell’opera

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