Ali Reza Arabnia e Geico

Ali Reza Arabnia e la sua Geico

Conosci Ali Reza Arabnia e la sua Geico?

Ali Reza Arabnia è un imprenditore che ha ricevuto un po’ di visibilità per aver restituito ai dipendenti i soldi che avevano perso durante il periodo di Cassa Integrazione.

Personalmente penso che questa persona abbia ricevuto meno notorietà di quella che meritava e penso anche che l’abbia ricevuta per il motivo sbagliato.

Capisco che in un Paese in cui la classe dirigente non perde occasione per sputtanarsi, il primo che compie un gesto così nobile riceva delle attenzioni e venga additato come la Madre Teresa di Calcutta degli imprenditori, ma il punto è che sono ben altri gli insegnamenti che si sarebbero dovuti trarre dalla sua storia!

Ti riassumo velocemente i fatti, così spiego per bene cosa intendo.

Arabnia rileva l’azienda in un momento di forte crisi e la rimette in sesto.

Nel 2006 vanno in pari, nel 2007 vanno benissimo, nel 2008 grande festa per i risultati incredibili fino a che capita il fattaccio: la Lehman Brothers salta per aria e ,se l’economia in generale ne risente, l’industria dell’automobile si ferma proprio.

Alla Geico, che all’epoca fatturava 70 milioni di € all’anno, vengono annullati ordini per un importo di 120 milioni…non so tu, ma io penso che avrei avuto qualche problemino a chiudere occhio la sera.

Anche lui avrà avuto la sua buona dose di notti insonni, tuttavia mantiene la lucidità per studiare una strategia per uscire dalla crisi…la strategia funziona piuttosto bene e, quando il mercato riparte, la Geico prende subito un paio di grossi appalti.

Crea una partnership con la Taikisha…morale della favola, adesso Geico-Taikisha ha un fatturato complessivo di 1.800 milioni (in un anno hanno fatto + 600 milioni di euro, così giusto per dire).

Che tu sia un imprenditore, un manager, un disoccupato o uno studente, spero che questa storia possa esserti di ispirazione così come lo è stata per me!

Ali Reza Arabnia e Geico

Mappa Mentale Ali Reza Arabnia Geico

 

1)     COMUNICAZIONE

In più di un’occasione Arabnia parla di quanto sia importante la comunicazione all’interno di un’azienda.

Al suo arrivo, la prima cosa che fa è scrivere una lettera personale ai dipendenti.

È una lettera che scrive la sera prima, di getto, quello che gli viene dal cuore:

“lo faccio perché tengo alle persone che sono qui dentro, non perché voglio specularci sopra”.

Anche creare un ambiente di lavoro più accogliente è “comunicazione”, da luce ai locali, elimina il grigio, compra nuovi pc ai dipendenti, risistema la telefonia, assume dei receptionist per far sentire accolti clienti e fornitori, definisce nel dettaglio l’organigramma e le job description…l’azienda sta perdendo soldi e lui risistema questi “dettagli”.

Poi convoca il management e gli dice: in due anni mi dovete togliere da questa posizione e i giovani dovranno prendere il posto dei vecchi.

Oh, sia chiaro che mica li manda a stendere i vecchi, rimangono in azienda in veste di “consiglieri”, non possono intervenire nell’operatività delle giovani leve ma questi ultimi avranno il lusso di accedere alla loro esperienza e competenza (NB: il trasferimento della conoscenza all’interno di un’azienda è un tema “caldo”, in un altro post ti parlerò di come puoi usare le mappe mentali per renderlo più efficiente ed efficace).

Lezione Imparata: Sai che più del 60% dei progetti falliscono? Indovina un po’ qual è la causa principale di questi fallimenti? Cattiva comunicazione! Presta attenzione a cosa comunichi e come lo comunichi, il clima che vivi e i risultati che ottieni insieme al tuo team dipendono in gran parte da questo.

2)   CULTURA della FORMAZIONE

Alla Geico serve una ristrutturazione industriale, ma non può esserci innovazione se questa non è preceduta da una vera e propria rivoluzione culturale!

Inizia a parlare di formazione continua, di Six Sigma, insiste con il management dell’importanza del dare il buon esempio, "se c’è una riunione e tu sei quello più importante, devi arrivare per primo, non per ultimo!"

Investe in formazione, tutti i dipendenti vengono guidati nella crescita attraverso percorsi studiati ad hoc e vengono valutati sulla base di 25 criteri tra cui, senti un po’, anche il “sorriso”…se trovi la cosa stupida o infantile è perché non hai mai lavorato in un contesto in cui la gente passa il tempo a lamentarsi e a litigare!

Lezione Imparata: mi occupo di formazione ma non sono certo un esperto di “leadership”.

Nella mia carriera da atleta (scarso) però qualcosa l’ho intuita:

  1. quanto meglio ti alleni, tanto migliori saranno le tue opportunità di successo. Formare i dipendenti significa acquisire un vantaggio competitivo su chi non lo fa, un po’ come se tu andassi a giocarti la partita contro gente che non si allena mai.
  2. La squadra non segue chi urla o chi fa lo sbruffone, ma va sempre dietro a chi ci mette il 110% dell’impegno, si prende le sue responsabilità, in parole povere, segue chi da l’esempio e mantiene gli impegni
  3. L’armonia all’interno di un team conta, e conta parecchio. Quando sai che tutti remano dalla stessa parte sei incentivato a fare del tuo meglio…questo non accade in contesti negativi in cui un sacco di energie vengono sperperate in discussioni sterili e inutili

3)   COERENZA

In tutto quello che fa c’è molta coerenza tra le azioni e le parole ("walk your talk" direbbero gli ammerigani).

Dice alle persone che sono importanti e infatti investe nella loro formazione e crea un ambiente di lavoro più accogliente, fa di tutto per rimandare la cassa integrazione e non licenzia nessuno.

Dice che bisogna innovare?

Crea un poco tecnologico avanzatissimo investendo in Italia perché è qui che sono le competenze.

Quando insiste con i manager sul dare l’esempio, sta solo chiedendo coerenza nei comportamenti, perché non puoi chiedere ad un tuo collega di arrivare in orario ed essere proprio tu quello che arriva in ritardo.

Quando arriva la crisi e i tagli si rendono inevitabili, il primo stipendio che salta è il suo, poi i manager si tagliano (volontariamente, e questo da l’idea del clima aziendale) i benefit, poi si consumano le ferie, etc. etc.

Lezione Imparata: predica bene e razzola come predichi!

Se c’è una cosa che fa incazzare e genera sfiducia tra le persone è l’incoerenza tra il dire e il fare.

Prova a pensare a come ti senti quando i nostri amati politici parlano di tagli e sacrifici indispensabili per il bene del Paese, ma poi loro ci pensano bene dal ridursi gli stipendi e di rinunciare alla moltitudine di vantaggi di cui godono.

Il punto centrale è che non puoi pretendere dagli altri dei comportamenti che tu stesso non sei disposto a tenere!

Pretendi puntualità? Sii puntale!

Chiedi impegno? Impegnati!

Vuoi sincerità? Sii onesto!

4)    VISIONE

Se mi segui da un po’ sai che insisto spesso sull’importanza di avere un emisfero destro (quello creativo) performante.

Non è che il sinistro sia meno importante, solo che la nostra società ci allena a svilupparlo…mentre sul destro è meglio stendere un velo pietoso (se poi sei un ingegnere per il tuo emisfero destro potrebbe essere già troppo tardi cool).

In una situazione del genere, il 99,99% degli imprenditori avrebbe mollato baracca e burattini e si sarebbe tirato indietro, con tutte le conseguenze negative del caso; licenziamenti, fabbrica chiusa (magari per riaprirla in un paese più accogliente per gli imprenditori) e famiglie sul lastrico!

Per creare uno scenario così diverso dal: “taglia di qui e licenzia di li” hai bisogno di avere fiducia che sia possibile creare una strada diversa.

Fare il contrario di quello che farebbero tutti non è proprio una cosa semplicissima, perché hai bisogno non solo di un emisfero destro piuttosto sviluppato, ma anche di una certa dose di attributi (huevos direbbero i sudamericani) per concretizzare questa visione.

La strategia dell’investire in innovazione (vedi punto successivo) deriva proprio da questo, “i miei competitors tagliano e licenziano?

“Benissimo, io investo e quando il carro riparte saremo più pronti di loro”.

Detto così suona molto logico, vero?

Si certo, ma un conto è farlo a posteriori, un conto farlo prima, ti serve la capacità di immaginare di poter creare un futuro che ancora non c’è e che gli altri non vedono.

Lezione Imparata: il nostro sistema (dis)educativo ci porta a pensare che la creatività, l’immaginazione non servano o siano utili solo se fai un certo tipo di lavoro creativo (artista, pubblicitario etc).

È un errore gravissimo perché, volente o nolente, l’emisfero destro ti serve in praticamente tutto quello che fai.

  • Devi pianificare un’attività? Hai bisogno di immaginare come sarà il risultato finale, di immaginare quali saranno gli ostacoli da superare, i rischi che potresti correre...
  • Devi risolvere un problema? Hai bisogno di generare un numero elevato di possibili soluzioni sulle quali lavorare!
  • Devi chiudere una negoziazione importante? Hai bisogno di trovare dei modi per “allargare la torta”, in modo che le fette siano più grandi per tutti.
  • Te la fai addosso per un nuovo incarico? Devi riuscire a capire cosa provi per affrontare le tue emozioni...

Bastano come esempi o devo andare avanti?

Tutte queste attività richiedono l’uso dell’emisfero destro del cervello, se non sai usarlo sei un maratoneta che corre su una gamba sola, fatica tanta, risultati mediocri!

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5)   INNOVAZIONE

Puntare sull’innovazione, mentre gli altri stavano fermi, ha dato la possibilità alla Geico di raggiungere e superare quelli che erano i loro competitors.

Quando il mercato è ripartito è grazie all’investimento fatto in innovazione che hanno vinto i due appalti in Brasile e Russia (di cui uno con un prezzo più alto del 10% dei concorrenti).

È grazie agli investimenti in innovazione che le banche non gli fanno problemi per finanziare i loro progetti, vedono qual è il lavoro che c’è dietro e quanto può rendere per il futuro.

Lezione Imparata: Mi capita spesso di scontrarmi con la mentalità: “eh ma noi abbiamo sempre fatto così ed è andata bene finora, è colpa della crisi se le cose non girano più!”

Fatti il favore di mollare questa mentalità perché, provo a dirtelo nel modo più delicato possibile, è un modo idiota di ragionaresmiley

Quello che fino a ieri andava bene, probabilmente oggi non funzionerà e sicuramente domani sarà un fallimento totale!

È fisiologico, il cambiamento e il progresso fanno parte del mondo del lavoro (e della vita più in generale), tutto è in continuo movimento, se tu stai fermo nella convinzione di difendere la tua posizione, in realtà stai andando indietro e sei un bersaglio troppo facile da colpire.

Per spiegare ai miei clienti quanto è importante aggiornarsi di continuo e migliorare costantemente i loro processi lavorativi uso la metafora della scala mobile che scende: “se stai fermo e fai le cose come le hai sempre fatte, in realtà non stai difendendo la tua posizione ma stai tornando indietro, e questo significa che è molto facile superarti”.

Innovare significa guardare al futuro e cercare di alzare costantemente l’asticella, costa fatica ma anche il premio è alto.

6)    ASCOLTO dei FEEDBACK

All’inizio gli dicevano siete troppo piccoli per gestire commesse così grandi.

Racconta anche un aneddoto divertente in cui gli viene detto: “non possiamo farvi partecipare all’appalto perché siete troppo piccoli, avete bisogno di almeno un’altra commessa oltre a questa”…allora la Geico riesce ad aggiudicarsi un’altra commessa, tornano dal cliente e si sentono dire: “eh ma siete troppo piccoli per gestire due commesse”.

Risolvono il problema stringendo una partnership con Taikisha, in un solo anno passano da 1.200 milioni di fatturato a 1,8 miliardi (+ 600 milioni in un anno significa che la partnership ha creato una “certa” sinergia) e ora il problema “siete troppo piccoli” non ce l’hanno più.

Lezione Imparata: A parte la grande ammirazione che provo nei confronti di chi riesce a trattenersi dal dare una testata sul naso a uno che ti sta prendendo palesemente per i fondelli (le mie origini sarde ogni tanto prendono il sopravvento sulla mia filosofia ZEN smiley), in questa situazione c’è una lezione molto importante da trarre:

“per quanto possa non piacerti un feedback, devi imparare a considerarlo per quello che è, un regalo che ti da un’occasione di migliorare.”

Cerca di non metterla mai sul personale quando ricevi un feedback, chiediti piuttosto se ti serve e, in caso di risposta affermativa, USALO per migliorarti!

Ho voluto raccontare questa storia perchè è una bella storia, una storia che parla anche di gratitudine, di etica, di riconoscenza, di speranza, se vuoi guardare il video dell'intervista all'università di Verona da cui ho tratto l'articolo puoi farlo cliccando qui

Buon Apprendimento e, ovviamente

BUONE MAPPE MENTALI wink

EUGENIO

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20 Responses to Ali Reza Arabnia e la sua Geico

  1. Piero Ferrari ha detto:

    d'accordo, ma quanti ne trovi come lui? 1 su un milione

    conferma che il resto è tutto chiacchiere e fallimenti "prevedibili" (e anche i bravi e con i migliori propositi poi ci rimangono in mezzo, grazie alle leggi italiane. Io ho perso 3 clienti nel 2013 e il 40% del fatturato .. senza colpe nè contestazioni a me..)

    Ci vuole della forza d'animo per continuare.. senza aiuti, "qualche imprenditore" i soldi li ha fatti e fa bene a rincorrere gli ideali, ma tutti gli altri NON hanno quella stoffa, nè quei soldi (e senza stoffa anche i soldi si sprecano).

    Quindi non so cosa concludere, una ciliegia matura è una bella notizia.. MA non basta per sfamarsi !

    • Eugenio Olmetto ha detto:

      Piero penso di avertelo già scritto da qualche parte,

      "il prezzo dell'innocenza è l'impotenza.

      Capisco il bisogno di lamentarsi e di sfogare le incazzature, viviamo in un Paese poco incline a chi fa impresa, c'è la crisi e tutte queste cose brutte qua…però bisognerebbe anche ricordarsi che, rispetto al 90% della popolazione mondiale, rimaniamo comunque dei super-privilegiati, perchè se tu noi ci lamentiamo cosa dovrebbero dire quelli che vivono con un bicchiere d'acqua al giorno? o che crescono in paesi in cui c'è la guerra da 40 anni?

      Tutto è relativo Piero, sta cosa del "non è colpa mia" dovresti imparare a mollarla, ma non tanto perchè è "sbagliata", ma perchè NON ti serve a risolvere i problemi

  2. Mario ha detto:

    Complimenti Eugenio,

    ancora una volta un articolo lucido e capace di far arrivare messaggi precisi.

    Purtroppo  il vero problema in tempi cosi difficili, è trovarle aziende / imprenditori che vogliano o sappiano applicare una visione cosi lungimirante.

     

    • Eugenio Olmetto ha detto:

      Grazie Mario,

      non penso sia giusto delegare agli altri l'avere una visione così lungimirante.

      Ovvio che se in Italia ci fossero una decina di imprenditori così, saremmo in una situazione decisamente migliore (se poi persone di questo calibro facessero i ministri risolveremmo l'80% dei problemi in un paio d'anni).

      Quello che volevo trasmettere è che ognuno, nel suo piccolo, può cambiare modo di pensare e approcciarsi ai problemi che affronta quotidianamente in maniera diversa da come è abituato…sviluppando la propria mente creativa, migliorando la comunicazione, studiando per migliorarsi continuamente, tenendo fede agli impegni, anche quelli che prende con se stesso…

      Capisco che non sia proprio semplice e che richieda dell'impegno, ma penso anche che la ricompensa sia parecchio alta, sia a livello individuale che collettivo.

  3. Jack ha detto:

    Articolo molto interessante Eugenio, un esempio pratico e di peso su quanto sia importante utilizzare tutte le risorse mentali a nostra disposizione.

    Come sempre la soluzione ai problemi sta dentro di noi.

    Pare di capire che le mappe mentali aiutano a sviluppare l'area del cervello che ci aiuta a immagina scenari e soluzioni ai nostri problemi: per qualunque imprenditore/manager è molto interessante.

     

    • Eugenio Olmetto ha detto:

      Grazie Jack,

      le mappe mentali ti aiutano a pensare nella maniera più coerente con il funzionamento naturale del cervello.

      La nostra mente infatti pensa per immagini, associazioni, colori, gerarchie, parole, liste etc…solo che il nostro sistema (dis)educativo, ci porta a trascurare gran parte di questi linguaggi e, alla lunga, li perdiamo.

      Il cervello funziona un po' come un muscolo, meno lo usi e meno lo usi nella maniera corretta e più ti risulta complicato e faticoso usarlo.

      Viceversa, più lo alleni e gli parli nella maniera adeguata e più si sviluppa e diventa veloce nel pensare.

      Io odiavo scrivere, lo trovavo particolarmente faticoso e difficile.

      Adesso invece la trovo un'attività piacevole e gratificante, perchè? Cosa è cambiato?

      Una cosa molto semplice: scrivere (come tutte le attività complesse) richiede l'utilizzo di entrambi gli emisferi, perchè devi esplorare l'argomento che vuoi affrontare (emisfero destro) e poi riorganizzarlo in maniera logica e coerente con i contenuti che vuoi divulgare (emisfero sinistro), a me prima mancava del tutto la prima fase ed era questa la ragione per cui mi scrivere mi risultava così difficile.

       

  4. mariano bonadies ha detto:

    E' proprio una bella storia, soprattutto perchè reale, contemporanea e … soprattutto controcorrente.  Ne esistono altre, simili a questa che tu hai raccontato e mi preoccupo di diffonderle, soprattutto tra i giovani.

    La tua analisi è precisa, puntuale e, come spesso ti capita, anche 'sfiziosa'.

  5. diego ha detto:

    ciao,

    la storia è affascinante e invita a riflettere se veramente ci siimpegna di fronte ai problemi a trovare delle soluzioni, xò non tutte le situazioni sono uguali.

    Da quando ho letto delle mappe menatali e seguo i tuoi articoli nella fattispecie dei miei problemi ho provato a trovare delle soluzioni ma quando ti servono dei soldi e non li hai e in un sistema dove le banche ti strozzano e attualmente non ti danno un euro se non hai un bilancio in bonis e per assurdo non ti danno nemmeno un ipotecario, lo stesso fa lo stato che non fa sconti e promuove fondi anticrisi per aiutare le aziende in difficoltà e anche qui se hai bilanci come il mio con posizioni debitorie non puoi averne accesso, DIMMI TU CHE SPAZIO PUO' AVERE LA CREATIVITA'.

    Forse ti scrivo perchè cerco quella Comunicazione per trovare una via d'uscita che ho già usata nel mio piccolo ma che però per ora non dà risultati.

    comunque complimenti da queste storie c'è sempre da imparare.

    ciao

    • Eugenio Olmetto ha detto:

      Diego non conosco la tua storia e i tuoi problemi,

      quindi do una risposta generale perchè è una dinamica che vedo spesso nelle persone.

      Non è che se hai scaricato l'eBook Gratuito e hai fatto un paio di mappe allora sei creativo, non funziona così.

      Funziona che lavori lavori lavori (o sarebbe meglio mappi, mappi, mappi) e la tua parte creativa ricomincia a riprendere vita.

      Diego, è proprio perchè non vedi sbocchi che ti devi inventare una soluzione, perchè se tu avessi i soldi non avresti problemi di usare la tua creatività, o no?

      Solo che per fare questo devi cercare la soluzione e questo può avvenire solo:

      1) avendo fiducia che troverai una soluzione, se non hai fiducia non passi allo step successivo

      2) tirare fuori le idee SENZA giudicarle…perchè cerchare subito la soluzione finale è un errore piuttosto grave

      3) esplorare le idee e cercare quelle che possono funzionare

      4) agire

      l'ho riassunta in poche parole ma da l'idea del macro-processo, parti da qui, dove sei fermo tu? a quale step? A occhio mi verrebbe da dire al primo, o sbaglio?

      In Bocca al Lupo e dacci dentro

      Eugenio

  6. cosmo ha detto:

    Ciao, la storia è bella e istruttiva, tuttavia l'esperienza ci insegna che la storia la scrivono sempre i vincitori per cui ci manca il contrappeso di un'altra vicenda non andata a buon fine. In ogni caso concordo sul principio di non mollare mai finché si può e di dare l'esempio.

    Grazie, Cosmo. 

    • Eugenio Olmetto ha detto:

      Cosmo perdonami ma non condivido il tuo ragionamento.

      La mentalità del "si ma/però…" io la combatto con tutte le mie forze e lo faccio per una ragione semplice, non serve a niente…o meglio, serve, ma serve a trovare un motivo per non agire: "beh si, lui ce l'ha fatta, ma chi mi assicura che se io rischio del mio, studio, innovo etc etc. allora ce la faccio anche io? Chissà quanti hanno fatto quello che ha fatto lui e non hanno ottenuto risultati, meglio rimanere fermi e continuare a fare quello che ho sempre fatto"…per me così non funziona.

      Qui si tratta, nel nostro piccolo, di "apprendere la lezione" e vedere come può esserci utile nella nostra vita quotidiana.

      Tempo fa ho scritto un post sull'imparare dagli errori degli altri, http://www.mappementali.net/2013/05/09/imparare-dagli-errori-altrui-e-decisamente-piu-furbo/

      il concetto è valido anche al contrario, imparare dai successi degli altri è intelligente (e denota grande umiltà), attenzione a non cadere nell'errore che cito al punto due paura/sfiducia che le cose non possano cambiare, perchè è un grossissimo blocco all'azione

  7. Tamara ha detto:

    Grazie tante della segnalazione non avevo avuto notizia di questa storia che invece è davvero illuminante e dimostra che fare impresa in modo etico forse si può anche qui e ora. Basta avere una visione e un bel po' di coraggio!

    Tamara

  8. Daniela ha detto:

    GRAZIE per quello che ha scritto !

    Gentile Eugenio condivido tutto lettera per lettera. Ho incontrato il Sign. Ali Reza Arabnia senza sapere chi fosse. Sono rimasta così affascinata dai suoi modi e dal suo sguardo unico che ho chiesto a lui se mi potesse dire chi mi trovavo di fronte. Uno scambio di parole che mi ha aperto un mondo e leggendo la sua storia e ora quello che lei scrive, mi da una carica incredibile. Mi riconosco in queste parole e condivido a pieno tutto. Adoro le mappe mentali e cerco di imparare sempre di più da questo sistema ( se così si può definire ). La vita e' bella e nulla viene a caso / la vita e' una mappa mentale incredibile !!!!!!!!!

    Ho creato un tasto home del suo sito che guarderò con calma 😉 

    buona serata,

    Daniela 

  9. Flavio ha detto:

    Ciao Eugenio

    non avevo ancora letto questo articolo, ci sono arrivato leggendo il tuo libro.

    È sempre sconvolgente vedere come la realtà è più “semplice” di quella che ci creiamo nella nostra testa.
    Siamo troppo occupati a pensare a cosa ci manca, e poco concentrati su quello che abbiamo a disposizione o su quello che potremmo costruire o cercare di realizzare.

    Pensiamo e agiamo da soli per mancanza di fiducia negli altri, altro grave errore!!!

    Grazie

    Ciao
    Flavio

  10. Pierluigi ha detto:

    Anch’io come Flavio ho letto l’articolo perchè sto facendo il persorso di formazione del tuo libro Eugenio, e mi sto appassionando. La storia che ci hai presentato è una miniera d’oro e il modo in cui la commenti ancora di più. Ti ringrazio di cuore perchè mi sta aiutando molto quello che dici. Avrei voglia di conoscere meglio la storia di Ali Reza Arabnia e arricchirmi ancora di più e iniziare a sviluppare l’emisfero destro (… sono ingegnere). Vado subito a vedere l’intervista, ma tu continua a proporci delle storie così e … via verso nuove avventure! Grazie Eugenio.

    • Eugenio Olmetto ha detto:

      Ottimo Pierluigi,
      sono felice che ti stia entusiasmando e ti sia utile 🙂

      Dacci dentro e cambia la tua vita in meglio, i ringraziamenti che preferisco cono i vostri risultati 🙂

      A presto
      Eugenio

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