Mappa Mentale No Problem Solving

Problem Solving – 7 strategie INFALLIBILI…per FALLIRE!

Il Problem Solving è uno dei temi più "caldi" nel mondo della formazione aziendale, in sostanza si tratta del processo da utilizzare per affrontare e risolvere i problemi complessi.

 

Come purtroppo troppo spesso accade in Italia, è uno di quegli argomenti in cui iniziano a circolare teorie obsolete che non funzionano ma che, per qualche "strana" ragione, da noi prendono piede lo stesso.

 

Giusto per fare un esempio, i fans dell': "identifica, analizza e rimuovi le cause del problema se vuoi risolvere il problema" dovrebbero spiegarmi come dovrei comportarmi quando le cause NON sono rimovibili!

 

Che faccio in questi casi, mi tengo il problema e buonanotte al secchio?

 

Un percorso serio di Problem Solving dovrebbe insegnarti come risolvere i problemi quando le cause NON sono rimovibili (o magari non così evidenti da poterle intercettare ed eliminare)!

Ad ogni modo, non posso affrontare un argomento così complesso come il Problem Solving in un solo articolo, voglio quindi darti alcuni suggerimenti pratici su cosa di sicuro NON funziona quando vuoi risolvere un problema!

Le ho chiamate "7 strategie infallibili per fallire" perchè ogni volta che riconosci una situazione del genere hai due alternative, o cambi comportamento oppure ti tieni il problema!

Mappa Mentale No Problem Solving

Mappa Mentale No Problem Solving

1_ Parti già sconfitto!

Sono abbastanza certo che ottimismo e fiducia non bastano per risolvere un problema (anche se aiutano)...ma sono assolutamente sicuro che, quando pensi da perdente, hai già perso!

 

“Troppo difficile”, “Non ce la farò mai”, "Non esiste una soluzione", "Le ho già provate tutte" etc. etc. creano esattamente il contesto che descrivono!

 

Il nostro cervello è una macchina meravigliosa e praticamente perfetta, ha l'unico torto di comportarsi un po' come quegli amici che ti danno sempre ragione anche quando hai torto marcio.

 

"Che tu creda di farcela o di non farcela avrai comunque ragione" Henry Ford

 

Suggerimento

Ogni nostro comportamento, ogni nostro pensiero ha un intento positivo, anche quando il risultato finale in realtà ci danneggia.

 

In questo caso, questo modo di pensare ti fornisce il grosso vantaggio di essere autorizzato a rimanere tranquillo-tranquillo nella tua zona di comfort e di poter considerare "giusto" e "giustificato" il tuo non agire (a che pro sbattersi se tanto sai che non esiste soluzione?).

 

Il CONTRO? Che ti tieni il problema sul groppone!

 

2_ Cerchi Scuse e Giustificazioni!

Neanche se tu vivessi in un'isola deserta saresti al riparo dall'influenza di fattori esterni.

 

Ogni volta che non riesci a raggiungere un determinato obiettivo, c'è sempre qualcosa che è andato storto e che magari non è dipeso da te.

 

Fa parte della vita, esistono (ed esisteranno sempre) dei fattori esterni al di fuori del tuo controllo che ti ostacolano (o ti agevolano) nel raggiungimento dei tuoi obiettivi.

 

Ci sono ed è giusto individuarli e riconoscerli, ma non sono gli eventi esterni su cui devi lavorare, perchè non ti servono per risolvere il problema.

 

Focalizzarsi sulle cause esterne serve, ma non a risolvere il problema!

  • serve a non sentirti un'idiota perchè non riesci a trovare una soluzione,
  • serve ad evitare un cazziatone dal tuo capo,
  • serve per avere una valida ragione per lamentarsi, e lamentarsi è un modo di esprimere il proprio bisogno di sentirsi accolto e compreso,
  • etc. etc....

Ma ​se vuoi risolvere il tuo problema, focalizzarti su quello che non puoi controllare è utile come indossare un paio di occhiali da sole in una stanza buia!

 

Suggerimento

Quando qualcosa va storto:

  • NON cercare giustificazioni, vai a caccia di lessons learned (lezioni apprese), cosa hai imparato da questa esperienza che ti sarà utile la prossima volta?
  • NON cercare scuse, trova soluzioni!

Scuse e giustificazioni guardano al passato, qualcosa che non puoi modificare.

Lessons Learned e ricerca di soluzioni sono orientate verso il futuro, qualcosa sul quale hai uno spazio di intervento.

 

3_ Non investi sulle tue competenze!

Non si finisce mai di imparare.

Tutti lo dicono...ma quanti lo fanno veramente?

  • Quante ore hai dedicato alla tua formazione?
  • Quanti libri (di management) hai letto?
  • Quanti corsi hai frequentato?
  • Quanto spesso fai autocritica?
  • .....

Se il tempo che dedichi alla tua formazione è insufficiente hai un grosso problema, perchè se non ti aggiorni non impari le nuove metodologie e senza apprendimento le soluzioni non arrivano, perchè continui a fare le cose che sei abituato a fare, anche se non funzionano (o non funzionano più).

 

Suggerimento

Studia!

Se vuoi iniziare dalle Mappe Mentali per avere un vantaggio competitivo nel tuo lavoro, Scarica Qui l'ebook gratuito.

 

4_ Non usi la tua Creatività!

Cos'è la creatività in soldoni?

 

La capacità di generare più soluzioni ad un problema, creando strade che la maggior parte delle persone non vede.

 

Ai giorni nostri la creatività è una delle competente più sottovalutate e inutilizzate.

Probabilmente dipende dal nostro sistema educativo che ci spinge ad andare sul sicuro, a rifiutare ogni forma di errore, a dedicarsi solo ad un certo tipo di materie...tutto questo uccide la nostra creatività, facendoci percorrere sempre le medesime strade e castrando in partenza ogni soluzione alternativa.

 
Pensare che la creatività sia qualcosa di inutile o peggio ancora pensare che è un qualcosa che non puoi imparare è l’atteggiamento più diffuso e l'errore più grave che puoi commettere.
 

Suggerimento

Le frasi citate al punto 1: "Non esiste una soluzione" e "Le ho già provate tutte" sono frasi senza senso per una persona creativa.
 
La creatività è una competenza che devi assolutamente sviluppare!
Puoi farlo, devi solo volerlo e ricominciare ad usare il pensiero radiante.
 

5_ Hai (troppa) Paura!

Te la fai addosso senza motivo.

 

Se hai troppa paura di sbagliare, di ricevere un no o di venir giudicato negativamente dagli altri sei fregato perchè starai fermo!

 

È proprio la paura che blocca le persone, ma senza azione non c'è apprendimento e se non c'è apprendimento non puoi trovare la soluzione.

 

Insomma, stare immobile e nascondere i problemi non solo non ti aiuterà a risolverli, ma li aggraverà.

 

Suggerimento

La paura deve essere un consigliere, non un carceriere!

Se per paura stai fermo accadrà esattamente quello che temi:

  • Fai l'errore più grosso, quello di non compiere alcuna azione e per vedere se funziona e quali sono gli aggiustamenti da fare
  • Verrai comunque giudicato come uno che non conta niente e che non è in grado di lavorare in autonomia

 

6_ Non fai richieste!

Il 99,9% dei problemi che si creano sul lavoro nascono da malcomprensioni, anche se forse non è il termine corretto.

 

Infatti una malcomprensione avviene quando tu dici “Roma” e io capisco “toma”, ma se tu non dici niente la possibilità che io capisca quello che voglio è molto alta.

 

Non chiedere aiuto, non confrontarti con gli altri, non esternare le tue esigenze, non avanzare le tue idee e non comunicare può avere risultati catastrofici.

 

Ma io pensavo che… Avresti dovuto capire che…

 

Sono due inizi di frase molto pericolosi all’interno di una discussione, significa che a un certo punto le decisioni sono state prese partendo da presupposti molto diversi tra loro.

 

Molto spesso le persone non hanno il coraggio di chiedere perché significa dimostrare che non sanno qualcosa o che hanno bisogno di aiuto, inoltre c'è la paura di ricevere un no.

 

Suggerimento

Il Problem Solving prevede che tu debba attingere a competenze e informazioni che magari tu non hai, ma che un tuo collega possiede, perchè non attingere a queste risorse?

 

Si Eugenio, ma se poi mi dice di no?

 

E se ti dice di si invece? Mettila così, se non chiedi il NO ce l'hai già in tasca!

 

Se proprio questo non ti basta a spingerti all'azione, pare che un paio di millenni fa un tizio che ha avuto un certo seguito abbia detto:

“Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto.”

 

 

7_ Non accetti i tuoi errori!

La tendenza a non voler ammettere i propri errori è altamente dannosa perché preclude ogni possibilità di miglioramento.

 

Significa che non comprendi che la nostra natura di esseri umani ci porta a sbagliare ed è proprio attraverso questi sbagli che avviene una presa di consapevolezza e si ottiene un miglioramento.

 

Considerare l’errore come qualcosa assolutamente da evitare limita ogni forma di progresso, perchè "solo chi fa sbaglia" (vedi anche punto 5 sulla "paura").

 

Suggerimento

Ficcatelo in testa, sei un essere umano, e come tale commetti (di continuo aggiungerei) degli errori...facciamo così, te la metto in maniera un po' più strutturata e articolata 🙂

 

Non sei un pirla se sbagli, lo diventi solo se ripeti di continuo lo stesso errore!

 

 

→ Conclusioni

Prima o poi, tutti (me compreso) sono caduti in questi comportamenti controproducenti.

 

Te ne ho parlato perché credo che esistano degli strumenti per salvarti dalle favole che i FormatoRinco vanno raccontando sul Problem Solving.

 

Le Mappe Mentali mi hanno aiutato a ricominciare a pensare in modo più naturale, senza limitazioni o castrazioni di alcun genere, imparare ad utilizzarle come un vero professionista può fare una grande differenza anche nel tuo lavoro.

 

Iscriviti e inizia da subito ad usare le Mappe Mentali.

 

 

BUONE MAPPE MENTALI

EUGENIO

Ti è piaciuto l’articolo? Dimmi cosa ne pensi e condividilo con i tuoi colleghi

 

Ti potrebbe interessare:

14 Responses to Problem Solving – 7 strategie INFALLIBILI…per FALLIRE!

  1. Ilaria ha detto:

    Condivido in pieno!

  2. Piero Ferrari ha detto:

    Mah, su questo sono perplesso, pur condividendo i punti 1 e 2 e 5 , 6

    NON mi sembra coerente nè valida:

    – la soluzione al punto 3 (io l'ho già attuata da sempre ma..) non risolve comunque i fattori esterni (sfiga, politica e politici *, danni che terzi * fanno a te, ecc che DEVI risolvere ma spesso non riesci anche tentando al meglio.. o è impossibile partire contro i mulni a vento) come

    – qella al 4, idem c.s. non ci sono idee infinite, quelle buone/efficaci sono sempre poche, anche se uno le pensa e le pianifica tutte – alla 5 aggiungo che è uno standard il " confrontarsi con gli altri, esternare le esigenze"

    ma spesso c'è chi vuole (o può) aver ragione a prescindere (e il problema è il "suo comportamento" a creartelo !)

    come ti confronti con gente * così ? a proposito del punto 7 se "chi non accetta i propri errori" ha il potere di importeli.. e il validissimo punto 6 … non funziona mai in questi casi

    Come la risolvi?               giusto per confrontarsi eh..   ciao

    • Eugenio Olmetto ha detto:

      Ciao Piero,

      quando inizi a focalizzarti sui fattori esterni sei già fottuto, perchè su di loro non hai modo di intervenire e quindi la giustificazione "eh ma io cosa ci posso fare, sono sfigato, sono i nostri politici, c'è la crisi etc etc" è appunto quello che è: un'ottima giustificazione per non agire.

      Il che è del tutto legittimo, io per esempio ho smesso di parlare di politica perchè credo di non aver nessuno (o comunque trascurabile) spazio di influenza e quindi preferisco dedicarmi a cosa è sotto il mio controllo, però ripeto, se vuoi risolvere un problema e ti focalizzi su tutto il mondo esterno che ce l'ha con te, il problema te lo tieni.

      In relazione alla tua risposta sulla creatività (punto 4) è perchè semplicemente non conosci i meccanismi legati allo sviluppo della creatività e, come il 99% degli italiani, pensi che la creatività sia qualcosa di astratto che alla fine porta soltanto a soluzioni impossibili da realizzare.

      Ma la creatività è un processo ben definito che ti aiuta a sviluppare dei percorsi diversi da quelli a cui sei abituato e alla fine ti basta una soluzione per risolvere il problema, capisci però che è diverso scegliere tra 1 o 2 opportunità e 1000?

      Il punto di partenza però è sempre lo stesso, devi cercare il tuo spazio di intervento, non quello che dovrebbe cambiare all'esterno, perchè se dici "eh ma è lui che ha il potere di impormi i suoi errori" parti da un approccio che va bene se hai bisogno di lamentarti (per sentirti accolto, compreso o perchè hai bisogno di sfogarti un po' etc), ma non per risolvere il problema.

      A me ha aiutato molto una frase che ho imparato durante il percorso di coaching ontologico (http://it.escuelacoaching.com/)

      "il prezzo dell'innocenza è l'impotenza"

      se vuoi essere innocente e dire che non dipende da te è ok, sappi però che il prezzo da pagare è che non potrai fare niente per risolvere il problema, a te la scelta!

      • PAOLO ha detto:

        Ciao Eugenio
        ti do pienamente ragione sui fattori esterni , finchè ci faremo coinvolgere da qualsiasi e dico qualsiasi opinione e giudizio esterno nn avremo vita facile , bisogna lasciare il passato alle spalle come hanno fatto i nostri predecessori tirarci su le maniche e ricostruire . Dentro di noi abbiamo risorse che non ci immagineremo mai . Io per esempio sto iniziando a crearmi uno spazio mio , come coach , ma non è facile . Comunque andrò avanti perchè è la mia vita , bisogna guardarsi dentro e crescere . ciao

        • Eugenio Olmetto ha detto:

          Ciao Paolo,

          “non esistono cose facile e cose difficili, esistono cose che sappiamo fare e cose che non sappiamo (ancora) fare” 🙂

          In bocca al lupo per la tua carriera da coach allora

          Ciao
          Eugenio

  3. braggion luca ha detto:

    Grazie Eugenio ,
    sempre molto efficace e diretto ,quindi efficentissimo ispiratore di vie d’uscita.
    Grazie di tutto e’ il commento più spontaneo .
    A presto.
    Buon tutto.

  4. Lucia Mastroiacovo ha detto:

    Grazie Eugenio,

    penso proprio che rielaborerò il tuo testo per scrivere la lettera di Natale per mio figlio di 10 anni.

    Lucia Mastroiacovo

  5. armando caponegro ha detto:

    Ciao eugenio
    Rischio da qualche mese,con molto interesse , ed e la prima volta che commento un tuo articolo.lo trovato molto “solving “, in particolare sul grande valore delle lezioni apprese,in un ottica di crescita organizzativa

    • Eugenio Olmetto ha detto:

      Ciao Armando,

      grazie per il tuo feedback.

      Insisto sempre molto sull’accettazione dei propri errori e sul fare la Lessons Learned perchè è il modo più efficace per crescere e migliorare.

      A livello individuale, accettare il fatto che siamo essere umani e commettiamo degli errori è l’unico modo per evitare di ripeterli (non a caso quelli che “non sbagliano mai” rifanno le stesse cazzate all’infinito per poi arrendersi con un “le ho provate tutte, non c’è niente da fare”).

      Nella maggior parte delle aziende questo non avviene perchè la tendenza è quella di punire l’errore, per difendersi le persone in automatico adottano due comportamenti devianti:

      1) imboscamento (si nasconde l’errore)

      2) scaricabarile (la colpa viene mollata a qualcun altro, così la punizione la becca lui)

      In entrambi i casi NON si fa niente per attuare delle azioni che portino ad un miglioramento nel futuro.

      Questo a catena genera problemi molto evidenti, la gente non comunica e, quando lo fa, è più preoccupata di evitare fregature e cazziatoni che di produrre qualcosa di utile per l’azienda.

      Pensa i risultati che si ottengono invece quando tutti parlano apertamente di cosa è andato bene e di cosa male, non solo puoi imparare dalla tua esperienza, ma anche da quella degli altri e, per come la vedo io, apprendere una lezione senza dover sbattere la faccia sul muro è decisamente più intelligente 🙂

       

  6. Ivo ha detto:

    Ciao Eugenio, con interesse ho letto il tuo articolo dal Messico. In genere non commento articoli e blog ma nel tuo caso faccio una eccezione perche' sei un vecchio amico.

     

    Sul punto numero 1 faccio un commento molto semplice. Molte persone partono gia sconfitte in partenza. Mi permetto di dire che forse tutti lo abbiamo fatto in un momento della vita. Chi sul lavoro, chi sulla dieta, chi nello studio. In questo caso il potere dell'immaginazione e della visualizzazione puo' aiutare. Dedicare qualche minuto a caricare l'immagine che abbiamo di noi stessi di emozioni positive che ci spingano a vivere una giornata speciale e rietere una serie di giornate speciali per arrivare a vivere delle settimane speciali e dei mesi speciali. Non parlo di pensiero positivo o legge dell'attrazione. Solo l'azione, quello che facciamo fa veramente la differenza alla fine di una giornata come alla fine di una vita. Caricarci emotivamente ci aiuta per non farci risucchiare dallo stress delle decisioni che dobbiamo prendere.

     

    Per quanto riguarda gli elementi esterni sono completamente d'accordo con te. Ci sono persone che hanno successo in qualsiasi mercato, in qualsiasi clima politico, in qualsiasi zona geografica….e persone che fracassano a prescindere da elementi esterni. Ci sono mercati molto competitivi. La domanda che farebbe Brian Tracy e': che cosa fa il top 5% di ogni mercato? Che cosa fanno i dirigenti delle migliori aziende? Che decisioni prendono? come le prendono? Con chi si confrontano? Se pensiamo che la colpa sia dei politici e del mercato…facciamo come il bottom 40%. Not good enough.

     

    Non investi nelle competenze, grande area critica. Ogni persona che abbia un ruolo di responsabilita' farebbe bene a pianificare almeno un libro al mese da leggere e che questo libro venga letto con un obiettivo. Anche una biografia puo' toccarci nel profondo e attuare quel cambiamento di cui abbiamo bisogno per migliorare. A me e' successo con la biografia di Steve Jobs e non sono un fanatico di Apple, tutt'altro. Sono uno dei pochi che dopo aver usato un iphone l'ha cambiato per un nokia (per la felicita' di mia moglie che ha "ereditato" il mio scarto). I grandi del presente e del passato ci possono parlare. Io ho poco tempo per leggere cosi mi sono abbonato a audible. Ascoltare libri non e' il massimo lo so, ma il tempo che passo in macchina e in banca ha tutto un altro valore (il suggerimento e' stato di Brian Tracy e lo ringrazio per questo)

     

    La paura la possiamo vincere tutti i giorni, prendendo delle piccole decisioni che ci costano fatica. Decidere puo' diventare un abitudine come il non decidere. Prendere piccole decisioni ci puo' abituare a prendere decisioni sempre piu' importanti. Lavorare un po' sulla propria autostima puo' avere un impatto diromprente. Imparare ad usare le mappe mentali puo' essere una grande strategia per decidere e superare la paura.

     

    Prendersi le proprie respnsabilita', evitare giustificazioni e cercare scuse e' forse quello che frena di piu' le persone nella scalata al successo o realizzazione personale. Ci vuole molto coraggio a guardare una persona negli occhi (un capo, un dipendente, una moglie, un figlio, un amico) e ammettere di aver sbagliato. Di aver fatto una cazzata, di aver toppato. Per questo e' importante sapere che noi non siamo uguali alle decisioni che prendiamo. Non siamo sempre lo specchio dei risultati che otteniamo. Diana Nyad ha provato a nuotare da Cuba alla Florida 4 volte, solo alla 4a e' riuscita. La prima volta ci ha provato a 28 anni, l'ultima (quella buona) a 64. Ogni volta che non cerchiamo scuse…impariamo una lezione. Tutte le volte che impariamo una lezione, cresciamo come persone, come essere umani, come padri, come uomini di business. Tutte le mattine abbiamo una nuova opportunita' per rifarci, per chiedere scusa, per perdonarci, per riprendere il cammino.

     

    Per risolvere i problemi e' necessario essere sicuri che abbiamo le capacita' per farlo e di avere la forza di addrizzare la rotta se la prima decisione presa non e' quella che di immediato porta un risultato che ci aspettavamo. Ci si puo' allenare pér risolvere i problemi. Possiamo anche concederci un tempo (corto) per piangerci addosso e commiserarci…se sappiamo gia che dopo queste breve pausa di scarico emotivo…si ritorna all'azione.

     

    La domanda magica che dobbiamo porci, ognuno per se' e': cosa faccio oggi per migliorarmi nel problem solving? Da dove inizio? Che libri mi propongo di leggere? A chi chiedo scusa? Di cosa mi perdono per alleggerire il mio carico sulle spalle? Che percorso delineo per i prossimi tre mesi…che seguendo giorno per giorno mi aiuta a cambiare?

     

    Buon Natale a tutti, soprattuto a te Egiu

     

     

    • Eugenio Olmetto ha detto:

      Ivooooooo,

      Non sai che piacere ritrovarti su questo blog, saranno quasi 10 anni che non ci vediamo, eravamo proprio in Messico, tu consegnavi pasta a domicilio e io stavo cercando di capire cosa fare della mia vita, è passato tanto tempo, penso di poter dire con orgoglio che entrambi l'abbiamo usato per continuare nel nostro cammino. 

      Spero che i lettori di questo blog possano trarre ispirazione dal commento che hai lasciato perchè ci sono diverse lezioni utili 🙂

      Ti mando un abbraccio Ivo, a te e alla tua bella famiglia, che siano delle feste piene di gioia e allegria

      con amicizia e sperando di rivederti presto, magari proprio in Messico 😉

      Egiu

  7. […] Il Problem Solving non e' semplicemente individuare le cause del problema, eppure lo insegnano ancora in questo modo. Io utilizzo un altro metodo, questo=>  […]

Rispondi a Eugenio Olmetto Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *