Il manager odierno e' un supereroe

I Superpoteri del Manager Moderno!

“Tra 10 anni tutti i bravi manager utilizzeranno le Mappe Mentali”

era quello che dicevo all’inizio di questa avventura, quando tra una porta in faccia e l’altra riuscivo a farmi ricevere da manager e HR di aziende di ogni genere.

Oggi, visto quello che è successo nel frattempo nel mercato del lavoro, aggiungerei: 

“…e saranno anche gli unici ad avere ancora un posto di lavoro!”

Sai che non mi piace fare il catastrofico – ho scelto un settore che agisce sul miglioramento e tendo a non guardare la parte mezzo-vuota del bicchiere – ma alcuni fatti sono purtroppo una realtà sotto gli occhi di tutti!

Il rapporto dell’Istat in questo senso parla chiaro: il 20,8% dei dirigenti ha perso il posto di lavoro tra il 2008 e il 2011 (le statistiche su quanti di questi sono poi riusciti a ricollocarsi te le risparmio, preferisco strapparti una risata che farti deprimere!!!).

Ora, per evitare malintesi, devo spendere due parole su cosa intendo quando parlo di “manager capace”, è un termine così generico che si rischia di creare un sacco di confusione.

NON sto parlando del “classico” super-mega-manager italico che:

  • È stato nominato per ragioni esclusivamente politiche o clientelari (nel nostro Paese qualche volta capita!).
  • Dovunque sia stato ha combinato disastri, nonostante questo è riuscito ad andarsene con liquidazioni milionarie e ricollocandosi sempre in una posizione di prestigio. 
  • Non gliene frega una cippa dei disastri che ha combinato e neanche di quelli che combinerà, tanto lui cadrà comunque in piedi…anzi, non cadrà affatto, in compenso migliaia di famiglie pagheranno le conseguenze dei suoi atti scellerati!

 Il “manager bravo” a cui mi riferisco io invece:

  • Ha raggiunto una buona posizione lavorativa esclusivamente grazie alle sue capacità e ai suoi sforzi, senza usufruire di spintarelle o sotterfugi.
  • Ha delle persone da gestire e che rispondono a lui o che fanno parte del suo team, ma non è il “super-capoccia” che prende tutte le decisioni, deve sempre riferire a qualcuno sopra di lui e risponde sempre in prima persona sulla base dei risultati che produce.
  • Si è guadagnato con i fatti una certa autonomia e delle responsabilità.
  • Si impegna per svolgere il suo lavoro nel migliore dei modi e per far ottenere all’azienda i migliori risultati possibili.
  • Si mette in discussione, ammette i propri errori cercando di imparare da essi.

Questo tipo di manager non avrà mai il problema di rimanere a spasso, perché nessuna azienda lo manderebbe via, al massimo è lui a levare le tende quando “annusa” che le cose non stanno andando per il meglio.

Il manager odierno è un supereroe

Mappe Mentale: I superpoteri del Manager moderno

Il problema è che in Italia, per diventare il manager sopra, devi essere una specie di Supereroe dotato di superpoteri, perchè devi superare una lunga sfilza di ostacoli "ambientali"

Il capopirla! 

Prende le decisioni senza ascoltare nessuno, le sue strategie sono poco chiare e parecchio discutibili.

Gli obiettivi, che ti fa calare dall’alto senza consultarti e senza manco fare un minimo di analisi preliminare, oscillano tra il “confuso” e “l’irraggiungibile”.

Appena ti metti sul pezzo e ti fai due conti capisci subito che avresti bisogno di molto più tempo, un budget superiore e un team meglio assortito!

Poi capisci che la strategia non funziona e che si potrebbero imboccare strade migliori per raggiungere gli obiettivi…..ma niente da fare, il capoccia è irremovibile, piuttosto di fare un passo indietro e ammettere di avere preso una cantonata, manda a rotoli l’azienda.

Team Demotivato

Nel tuo team ci sono persone demotivate, forse sottopagate o più semplicemente dei “mandroni” (dal sardo all’italiano: “senza voglia di lavorare”!). Fatto sta che devi gestire persone che passano il loro tempo tra la macchinetta del caffè (a sparlare dei colleghi) e su Facebook a giocare a Farmville. 

Finta Autonomia

La tua autonomia è totale solo sulla carta.

Nella realtà per raggiungere gli obiettivi arrivi in ufficio all’alba e te ne vai quando è già sera.

Tutto questo sempre che tu non sia dall’altra parte del mondo a fare qualcosa che avresti potuto tranquillamente gestire via skype, ma che il tuo capopirla ha insistito perché andassi a gestire faccia a faccia “sai, preferisco così, mi sento più tranquillo se so che sei li di persona”

….Mah certo, figurati Boss, che problema c’è se, quando torno a casa, mio figlio chiede a mia moglie “chi è quest’uomo mamma?”!!!

Oneri SI, Onori nisba

Hai gli oneri ma non gli onori!

Se le cose vanno male (ovvero, non riesci a fare il miracolo) sono bastonate sui denti, “devi sviluppare le tue capacità manageriali” oppure “devi imparare a delegare al tuo Team” (“eehhm, ti ricordi che il team me l’hai sottratto perché serviva a te vero?”).

Nel caso invece tu, facendo un triplo salto mortale carpiato all’indietro, sia riuscito a raggiungere l’obiettivo; una bella pacca sulla spalla e tanti saluti...“abbiamo proprio fatto un bel lavoro, è un peccato che non ti possa dare il bonus promesso, sai com’è…c’è la crisi, speriamo nell’anno prossimo!”.

Essere un Manager capace oggi, significa possedere una moltitudine di competenze diverse: gestire progetti dalla A alla Z, comunicare in maniera efficace, tenere presentazioni davanti ad un pubblico, scrivere documenti, saper scegliere cosa conta tra un miliardo di informazioni, pianificare e aggiustare il tiro ogni volta che ti cambiano le carte in tavola o succede un imprevisto… ”è vero Eugenio, infatti la mia azienda mi impone di dedicare il 10% del mio tempo alla mia formazione e mi assegna un sostanzioso budget per questo”.…come come? Le cose non stanno proprio così? Devi arrangiarti perché il corso annuale di kayak per fare teambuilding l’hai già fatto e quindi nisba per un bel po’?…Ops, e chi l’avrebbe mai detto? 🙂

Ora, ho esagerato un pochino per mettere sul ridere un vero e problema sul quale ci sarebbe poco da ridere, purtroppo quando alcuni manager mi raccontano le condizioni in cui lavorano, mi tornano alla mente i bambini tedeschi mandati dai nazisti a fronteggiare l’Armata Rossa armati di una pistola e una bomba a mano: il coraggio e la buona volontà non serviva ad evitargli il massacro!!!

Nei prossimi articoli ti parlerò di cosa puoi fare per uscire da questo circolo vizioso e ti mostrerò come le Mappe Mentali PRO™ ti forniscono un vantaggio competitivo che ti farà prendere 3 lunghezze di vantaggio sui tuoi colleghi.

Buone Mappe Mentali

Eugenio

P.S. non ho suggerimenti per aiutarti a diventare un super-mega-manager italico, ma se il tuo obiettivo è diventare un manager ancora migliore di quello che sei, l’eBook gratuito sulle Mappe Mentali può aiutarti a fare la differenza. Scaricalo adesso da questa pagina.

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20 Responses to I Superpoteri del Manager Moderno!

  1. elena sozzi ha detto:

    Aspetto i prossimi articoli

  2. Luca ha detto:

    Ottimo articolo, tra l’altro condito da un termine sardo che conosco molto bener essendo io sardo di origine; ho a 33 anni sono un manager di una delle più grande case costruttrici di automobili al mondo, mi sono fatto da solo e quello che scrivi nell’articolo è tutto vero…mi piacerebbe capire cosa sono queste mappe mentali per poter evolvere sempre meglio e acquisire una marcia in più.

  3. Paolo ha detto:

    Il “manager bravo” sopra descritto in Italia rimane a spasso di certo: infatti dà fastidio sia ai manager supre mega italiaci che hanno avuto il posto per ragioni tutt’altro che meritevoli, sia ai supermegacapi pirla che sono anch’essi super mega italici …

    • Eugenio Olmetto ha detto:

      Ciao Paolo,

      capisco bene quello che intendi, ma il manager “bravo” di cui parlo io NON può rimanere a spasso, semplicemente perchè è troppo più avanti per non trovare delle alternative valide prima che questo accada.

      Parlo con cognizione di causa, visto che nel 2005 mi sono preso un bell’arrivederci e grazie, trovandomi a dover decidere cosa avrei dovuto fare della mia vita.

      Al momento pensavo di essere vittima di un’ingiustizia e di essere uno “bravo”.
      Visto con gli occhi di oggi mi rendo conto che:
      1) è stata una gran botta di culo perchè sono stato “obbligato” a cambiare una strada che non era la mia
      2) la mia percezione di “bravura” era del tutto infondata, la formazione ricevuta era troppo poca e troppo inadeguata per essere ritenuto non solo un bravo manager, ma addirittura un manager.

      Il fatto è che per diventare “bravi” bisogna studiare e applicare con costanza e la nostra società raramente ci da questa possibilità, o lavori in una multinazionale “seria” che ha programmi di formazione di alto livello, altrimenti al massimo fai una gita all’anno che oscilla tra l’inutile e il dannoso per la tua crescita (e spesso non fai neanche quello).

      In questo caso devi avere la forza di “autoformarti”, il che non è proprio un’impresa semplice considerato che magari passi 10 ore al giorno in ufficio e che il tuo unico modello di riferimento è “lavora come uno schiavo”…per questo dico che, se sei un bravo manager nella società attuale sei una specie di supereroe dotato di superpoteri 🙂

      nei prossimi articoli parlerò più nel dettaglio di queste cose, spero ti saranno utili

      ciao Eugenio

      • Marina ha detto:

        Interessante questa osservazone sulla ‘percezione della bravura’.
        Tutti si dichiarano bravi e quanti sono, come dici tu, quelli che investono nella propria formazione anche a 50 anni?

        • Eugenio Olmetto ha detto:

          mai sentito uno che mi dicesse:
          “diciamo la verità Eugenio, a fare il mio lavoro sono un pippone, è un miracolo che riesca a tenermelo!” 🙂

          Il problema è che ci educano a non investire in formazione sin da piccoli!
          Il discorso è complesso ma se fai un ragionamento veloce e pensi al sistema dell’istruzione ti rendi conto che ci sono sempre “tagli” mai investimenti.
          Tutto questo si trasla anche nelle aziende, tempo fa leggevo un articolo dei fondi per la formazione che le imprese italiane perdono ogni anno.
          A 50 anni una persona, soprattutto se è un manager che ha raggiunto una certa posizione, tende a sedersi, a pensare di saper già fare tutto, poi magari uscito da quella situazione si rende conto della dura realtà.
          Il fatto è che “c’è sempre da imparare” troppo spesso rimangono parole vuote di significato, ovvio che chi invece le concretizza in azioni concrete fa subito il vuoto con il resto del gruppo

  4. alessandro vianello ha detto:

    ok

  5. Angelo Metallo ha detto:

    Molto interessante e utile. In questo momento abbiamo tutti bisogno di rimetterci in gioco con nuove modalità.
    Aspetto il seguito.
    Grazie, Ciao
    Angelo

    • Eugenio Olmetto ha detto:

      Grazie Angelo,
      chi si ferma rimane indietro, questa è la dura realtà.
      Chi si forma va avanti, questa è l’opportunità (la rima mi è venuta per caso :-))
      a presto
      Eugenio

  6. Jadore ha detto:

    Purtroppo non sono una manager e probabilmente,visto che le cose non accingono a migliorare,non lo sarò MAI(almeno in territorio Italiano!)…Tuttavia l’argomento in questione è molto interessante,e oserei dire,di vitale importanza per il lavoro ma anche per la vita in generale di un professionista che,come hai detto tu,si è fatto da solo e ha ottenuto una determinata posizione lavorativa grazie ai suoi meriti e alle sue forze e non solo perchè aveva “certe conoscenze”…
    Tutto ciò che hai affermato in questo articolo riguardo la figura del manager in Italia è “PURTROPPO” vero,e se le mappe mantali possono essere/diventare anche un modo per far emergere i meritevoli e cacciare via gli incompetenti,allora ben venga il seguito!

    • Eugenio Olmetto ha detto:

      se parti dall’idea che non sarai mai una manager riuscirai nell’intento, visto che il cervello tende a darci sempre ragione :-).

      Tu puoi diventare una manager, se la cosa ti interessa veramente e se sei disposta a pagarne il prezzo, il che significa:

      1) niente alibi, soffermarsi su tutti gli ostacoli (che esistono, non sto negando questo) non serve a raggiungere i tuoi obiettivi
      2) impegnarsi con costanza, l’autoformazione non è un “una tantum”, vado ad un corso di un paio di giorni e sono a posto così. Significa avere la mentalità giusta tutti tutti i giorni, cercando di imparare sempre (tutti lo dicono, pochissimi lo fanno)
      3) accettare che il percorso non sarà lineare e che dovrai perdere qualche partita prima di vincere il campionato.

      Detto questo provo a darti anche un altro punto di vista; il fatto che la società italiana e la classe dirigente sia così arretrata è un grande vantaggio, non uno svantaggio!
      Se ci dai dentro, studi e cerchi di migliorare, ad un certo punto ti renderai conto di essere molto più brava di chi passa il tempo a lamentarsi di tizio, caio e sempronio, e che lavora esattamente nello stesso modo di come faceva suo nonno.
      Il vantaggio competitivo a questo punto sarà enorme e dovrai solo scegliere qual è l’azienda nella quale vuoi andare a lavorare (ne esistono di serie anche in Italia)

      te capì? 🙂

      ciao Eugenio

      • Marina ha detto:

        molto bello e utile anche questo commento
        mi piace quando scrivi: accettare di cadere prima di arrivare al traguardo
        non ci avevo mai pensato prima, ma è importante non farsi sensi di colpa e sentirsi sempre ‘in crescita’

        • Eugenio Olmetto ha detto:

          grazie Marina,
          il processo di apprendimento non è mai lineare, ci sono dei passi in avanti e alcuni indietro, bisogna saperlo e accettarlo come un percorso naturale, nella consapevolezza che, con la costanza e l’impegno giusto, alla fine l’investimento paga i dividenti

  7. Nicholaus ha detto:

    E’ vero, queste situazioni esistono eccome. Io penso che questo sia un momento storico delicatissimo per l’Italia, deve esserci “la svolta”. Non c’è nulla da fare, deve vincere la meritocrazia, dovrà essere premiata la competenza.

  8. […] In Italia la situazione è aggravata dal contesto socio-culturale e dalla crisi economica che ha ridotto drasticamente le risorse (lo spiego meglio in questo articolo) […]

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