Mappe Mentali PRO

PROFESSIONISTA delle Mappe Mentali – Come è nato un sistema

Con le mappe mentali sono partito completamente da zero!

All’inizio ovviamente nessuno mi ha sponsorizzato e di certo non avevo un budget per il marketing…tanto (mi dicevo) il prodotto è talmente innovativo e utile che si venderà da solo (ah, beata innocenza!!!).

La mia idea di fondo era questa:

“le mappe mentali sono una figata, servono a tutti e tutti possono imparare ad usarle perché non fanno altro che assecondare il funzionamento naturale del cervello”.

Cosa più importante, a tutti serve usarle, perché risolvono un grande problema della società odierna:

“fare sempre di più con sempre di meno!”

Ero convinto che mi sarebbe bastato poco per creare una serie di mappatori e innescare un circolo virtuoso: il famoso passaparola!

Una strategia davvero semplice: ogni persona che investiva tempo e denaro per partecipare ad un mio corso DOVEVA a sua volta diventare un testimonial delle mappe mentali, in modo da farmi conoscere in lungo e in largo nell’ambiente.

E in effetti è andata proprio in questo modo… solo che non mi aspettavo ci volesse così tanto tempo!!!

Fin da subito, ho puntato su quei meccanismi che spingessero i partecipanti ad applicare quello che imparavano al corso, la pratica – in aula e dopo il corso – è sempre stato il mio pallino. 

Mi piacerebbe poter dire che sono riuscito nel mio intento nel 100% dei casi, ma purtroppo non è così, alcuni infatti me li sono persi per strada.

Ti confesso che la cosa, oltre a farmi girare vorticosamente i gioielli di famiglia, l’ho sempre vissuta come una sconfitta personale:

“ma come, io ti mostro una via che ti da la possibilità di andare 3 volte più veloce facendo ¼ dello sforzo e tu continui a camminare sulla tua cacchio di strada sterrata?

Sei tu che sei un pirla oppure ho cannato qualcosa io?”

Nessuna delle due per fortuna , l’esperienza mi ha insegnato alcune cose che ora costituiscono la base del sistema che insegno ai miei studenti

Mappe Mentali PRO

Il primo sistema per diventare un professionista delle Mappe Mentali

Insegnamento n° 1: Le Mappe Mentali NON sono per tutti!

Sono tuttora convinto che le mappe mentali servano a tutti e che chiunque possa imparare ad usarle, tuttavia ho capito che solo alcuni rispondono al requisito minimo necessario:

Essere motivati al miglioramento!

Se vuoi migliorare in qualcosa devi avere la motivazione necessaria ad effettuare dei cambiamenti.

Se questa motivazione non c’è difficilmente sarai disponibile ad impegnarti per imparare qualcosa di nuovo, è molto più comodo infatti continuare a fare le cose nel solito modo piuttosto che cambiare strategia.

Guarda che non c’è niente di male ad accontentarsi dello status quo (anzi direi che in certe situazioni può essere la chiave della felicità), il mio NON è un giudizio di merito, ma una semplice constatazione:

se non c’è la curiosità o una mancanza particolare che vuoi colmare o un problema specifico che vuoi risolvere, è facile che tu non abbia neanche gli stimoli per effettuare i cambiamenti necessari.

Se hai letto il mio eBook (se non l’hai letto, scaricalo gratuitamente qui) sai come ho iniziato a mappare io e ti confesso che ogni tanto penso di aver avuto una gran botta di fortuna, perché l’esercizio che mi hanno assegnato andava a toccare un tasto molto dolente e quindi ho pensato:

“beh, provaci Egiu, tanto sta cosa ti viene talmente da schifo che peggio non si può… appena ho iniziato a mappare ho capito al volo di aver pescato il jolly e da li è iniziato il mio percorso!

…solo che questo percorso sarebbe potuto cominciare molto prima!!!

Infatti, il mio primo incontro con le mappe mentali è avvenuto molti anni prima, quando all’Università un mio caro amico, dopo aver partecipato ad un corso di memoria, me ne aveva parlato in toni entusiastici.

E quindi, cosa era cambiato tra questi due momenti?

La mia incapacità a scrivere la vivevo come un problema, la capacità di apprendere no, tutto sommato avevo risultati soddisfacenti e mi accontentavo di quello che avevo!

Quindi, in un caso non me la sono sentita di investire tempo e denaro, nell’altro ne ho fatto una missione di vita!

Un proverbio zen dice: “quando l’allievo è pronto il maestro appare”… aggiungo io “se è proprio destino riappare finché non sei pronto!”    .

Insegnamento n° 2°: Non basta un corso, serve un percorso!

Tutti noi (al lavoro e nella vita personale) abbiamo limiti di tempo e di budget, anche per questo i corsi durano al massimo un paio di giornate.

C’è inoltre un aspetto emotivo per cui alle persone piace sentirsi dire che il cambiamento è automatico, quasi istantaneo.

Certi corsi hanno fatto la loro fortuna proprio su questo, spingendo in tutte le salse la favola della pillola magica che in 5 minuti può rivoluzionare la tua vita.

Se hai frequentato qualche corso e conosci anche vagamente il mondo della formazione avrai capito esattamente di cosa parlo, se invece sei a digiuno sull’argomento non vorrei apparirti un rompiscatole, ma è giusto informarti che le cose non stanno così!

Nessun cambiamento miracoloso dietro l’angolo!

Per anni la scuola, la famiglia e la società ci hanno spinti a pensare che X è importante e Y non lo è, X lo sai fare mentre Y proprio non puoi…ad un certo punto è del tutto normale iniziare a crederci (io ci sono cascato per molto tempo!).

La realtà è molto più complessa e articolata, ognuno di noi ha delle inclinazioni naturali, ma non esiste quello “negato per la matematica” o che “non sa disegnare”, esiste la persona meno portata che, con il giusto metodo d’insegnamento, può migliorare e imparare qualsiasi cosa desideri!

Ti piace di più questa prospettiva?

Siiiii…. “ma” è necessario avere:

1.   un metodo,

2.   del tempo a disposizione

3.   voglia di applicarsi,

altrimenti la ruota non gira!

Niente miracoli e niente pillola magica, ricordi?

È questa la ragione per cui ho implementato un SISTEMA di insegnamento che inizia molto prima delle giornate del corso e si conclude molto dopo e che prevede una serie di azioni precise che hanno l’unico scopo di farti diventare un Mind Mapper professionista…e se non ti piace l’inglese perché “non sei portato” per le lingue puoi sempre dire un Mapper Professionista.

Insegnamento n° 3: Focalizzarsi su un solo emisfero NON BASTA!

Pensi che le mappe mentali servano solo a migliorare la tua parte creativa?

Stai prendendo un iceberg più grosso del Titanic!

Quando inizi a mappare i miglioramenti sulla tua creatività sono così evidenti per una ragione molto semplice, la nostra società ci fa credere che certe cose non sono importanti e non servono a niente nella vita reale, quindi in un primo momento smetti di farle, in un secondo momento ti dimentichi di poterle fare.

È inutile girarci intorno, fin dalle scuole elementari esistono materie importanti (matematica, italiano…) e materie che non contano una cippa (ginnastica, disegno…).

La conseguenza naturale è che il 97% delle persone dimentica di avere una parte creativa, il restante 3% invece è super creativa (e di solito super-disorganizzata).

Certe materie sono più importanti di altre solo in funzione delle prospettive future di lavoro, ma nessuna di queste è importante come una materia che però nessuno ti insegna:

come funziona il TUO cervello!

Se inizi a mappare in maniera professionale all’inizio rimani sbalordito dai miglioramenti della tua creatività, ma presto ti rendi conto che anche la tua parte “organizzativa” non si sentiva troppo bene   .

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BUONE MAPPE MENTALI

EUGENIO

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11 Responses to PROFESSIONISTA delle Mappe Mentali – Come è nato un sistema

  1. Laura Invernizzi ha detto:

    Ciao Eugenio il tuo metodo delle mappe mentali è veramente interessante perchè consente una chiara visione dei propri pensieri e ciò poi favorisce l’operatività.Qui secondo me c’è il motivo per il quale tu ti sei accorgo che le mappe mentali,pur servendo a tutti teoricamente,in pratica sono usate da meno persone.E’ il passaggio alla fase di operatività il difetto del carattere italiano:a parole e in teoria sembriamo perfetti e dovremmo essere circondati da un ambiente perfetto e un sistema perfetto.Invece nei fatti le nostre azioni vanno nella direzione ad esempio del solo interesse personale o dell’agire a nocumento altrui.Le mappe mentali vanno bene per chi sa che dopo la teoria occorre la pratica.E qui non siamo tutti ..uguali!Comunque a me servono molto
    Salutoni
    Laura

    • Eugenio Olmetto ha detto:

      grazie Laura,
      sono contento che ti piaccia l’articolo e che ti siano utili le mappe mentali :-).
      Il discorso che ho fatto sopra si può estrapolare anche in generale, nel senso che se non c’è motivazione al cambiamento difficilmente ci muoviamo.
      La motivazione al cambiamento (di solito) nasce quando c’è la percezione di avere un problema, per questo dico che in teoria sono adatte a tutti ma in pratica, perchè nella pratica poi bisogna impegnarsi ad applicare…e questo non lo fai se non sei motivato, molto più facile continuare a fare come si è abituati 🙂

      a presto e sempre Buone Mappe Mentali
      Eugenio

  2. LUCA PODAVINI ha detto:

    Ciao Eugenio, effettivamente mi sono reso conto sulla mia pelle che non è sempre così facile ed immediato l’utilizzo delle mappe mentali. Io le uso quasi sempre per lo studio, e nel lungo periodo ho migliorato la memorizzazione dei concetti, tuttavia molto spesso si allungano i tempi di studio. Una frontiera che personalmente mi piacerebbe superare è l’unione delle tecniche di lettura veloce e le mappe mentali.
    Quali sono le tue evoluzioni con il sistema Mappe Mentali PRO™?
    Luca

    • Eugenio Olmetto ha detto:

      Ciao Luca,
      le evoluzioni di Mappe Mentali PRO™ in relazione allo studio e all’apprendimento sono nulle, nel senso che io non mi occupo di questo ma di insegnarne l’utilizzo in ambito esclusivamente business (gestione riunioni, progetti, pianificazione e monitoraggio, tenere una presentazione etc).
      Quindi in relazione alla tua domanda dovrei limitarmi a dare una risposta da “utente” e non da esperto della materia, provo a contattare una persona che so essere esperta dell’argomento (Mappe Mentali e Lettura Veloce) e vediamo cosa ti dice, ok?

      A presto Eugenio

    • Leandra ha detto:

      ciao luca se sei interessato io ho dei contatti di persone che insegnano lettura veloce e tecniche di memoria unendoli alle mappe mentali…contattami nella mia e-mail lea.pun@live.it

  3. max505 ha detto:

    Eugenio, ho trovato l’uso delle mappe mentali veramente efficace in alcuni ambiti, mentre rimango ancora tradizionalista su altri;
    dove vedo le mappe mentali rapide, efficaci e superiori a qualunque altro metodo sono:
    – brainstorming (lo uso per gestire le sessioni con lavagna e pennarello + versione finale con sofware per l’output)
    – organizzazione (pensa che le mie bimbe si preparano le valigie da sole con la mappa mentale preparata da Silvia)
    – presentazioni e riassunto di concetti (poche info ma chiare ed efficaci)
    – Appunti e riassunto a fini di studio di libri o riviste.
    – Check list (le uso per esempio nei kick-off)

    Per la programmazione per esempio invece trovo il Gantt ancora più semplice ed efficace….ma magari col tempo cambierò idea!

    • Eugenio Olmetto ha detto:

      Ciao Max,

      Mappe Mentali PRO™ prevede l’integrazione con altre metodologie di business, quindi continua pure ad usare i tuoi gannt :-).

      Magari ti suggerisco di usare le mappe mentali nella fase divergente in cui delinei la WBS (per chi non sapesse di cosa si tratta: Work Breakdown Structure…in pratica la scomposizione delle macro-attività in attività sempre più piccole e gestibili).

      Un vantaggio che vedo io è che tu sei un PMP certificato, per uno che ha poche competenze di Project Management gestire un gannt può essere un’impresa piuttosto ardua, una mappa può risultare di più facile lettura e gestibile anche per una persona con meno competenze di Project Management

  4. Michele ha detto:

    Eugenio,
    ritengo che il tuo articolo abbia fatto centro! 🙂
    La maggior parte delle persone, infatti, ha una forte idiosincrasia verso il cambiamento, ha paura a cambiare e fa suo il proverbio “Chi lascia la strada vecchia per la nuova sa quel che lascia non sa quel che trova”.
    Quindi il tuo primo punto, cioè la motivazione, lo ritengo fondamentale e condizione “SINE QUA NON” per poter applicare al meglio le Mappe o qualsiasi altra novità.
    il secondo punto è importantissimo per sviluppare la capacità a mappare….ed è qui che io pecco! 😉
    Mi manca: metodo, tempo e voglia quindi per me la ruota gira a singhiozzo e viaggio nel mio percorso con il freno a mano tirato!
    Non vuol dire che non mappo o che ritengo inutile il metodo anzi tutt’altro, è solo che non mappo quanto potrei fare.
    Il terzo punto per me è una conseguenza del secondo: più ti applichi con le mappe e più ne sarai capace ed inizierai ad usare al meglio i 2 emisferi. 😀

    Ti ringrazio molto per avermi fatto scoprire le mappe, mi ha aiutato molto a migliorare e ad essere sempre pronto al cambiamento.

    Un salutone
    Michele

    • Eugenio Olmetto ha detto:

      grazie a te Michele,

      se ricordi anche il processo di apprendimento non è lineare, ci vuole tempo e costanza…ad ogni modo sei già in miglioramento, l’ultima volta che ci siamo sentiti non stavi mappando ed ero stato costretto a metterti la nota sul registro, almeno adesso sei sulla retta via 🙂
      Un salutone
      Eugenio

  5. Jadore ha detto:

    Salve Eugenio,in effetti è vero,il metodo delle “Mappe Mentali” non è per tutti,nel senso che ogni persona è sì in grado di impararlo,ma non di utilizzarlo in modo efficace,perchè dipende molto anche dal tipo e carattere della persona(se ad esempio questa è disponibile e ricettiva ai cambiamenti e pertanto per lei sarà più “easy” interiorizzare cose nuove e padroneggiarle abilmente,oppure invece è più diffidente e abitudinaria e perciò faticherà a lasciare da parte da qualcosa di certo per qualcos’altro che invece le è sconosciuto…)
    A ciò si collega anche la motivazione al cambiamento,che a sua volta è collegata al graduale impegno nel favorire il cambiamento stesso,che però non ci si deve aspattare che avvenga “nell’immediato” in quanto la ns. mente non è un computer che può fare “tutto e subito” e pertanto le serve il tempo sufficiente per “metabolizzare” i cambiamenti,che con i tempi adeguati,porteranno a soddisfacenti risultati…

    • Eugenio Olmetto ha detto:

      Ops, mi ero perso il tuo commento sorry.

      é esatto quello che dici, personalmente mi sono convinto che le persone si dividono in 3 categorie (rispetto all'apprendimento):

      1) le persone curiose, quelle che sono sempre alla cerca di imparare e migliorare

      2) le persone che sono stufe di avere un problema e sono disposte ad impegnarsi per risolverlo

      3) le persone che hanno un problema ma non sono disposte ad impegnarsi per risolverlo (magari perchè non ne sono pienamente consapevoli). Ho notato che queste sono quelle che passano il tempo a lamentarsi e che addebitano il loro malessere sempre verso qualcosa di esterno a loro

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