Group Thinking e i pericoli della mentalità da tifoso!
Domenica scorsa si è votato per le elezioni europee.
Vedere così tanta gente infestare le bacheche di Facebook (e di Linkedin) con "abbiamo vinto, abbiamo perso", mi ha spinto a scrivere quest’articolo (che non era nei programmi) per:
- Mostrarti quanto sia facile e pericoloso cadere negli inganni del tuo cervello
- Darti un suggerimento di “Time” Management che ha fatto una sostanziale differenza nella mia vita e che potrebbe migliorare anche la tua!
Punto I) NON HAI VINTO O PERSO PROPRIO NIENTE.
Chiunque tu abbia votato, non hai vinto le elezioni e non le hai perse.
Hai espresso il tuo voto, se chi hai votato “ha vinto” governerà, viceversa andrà all'opposizione.
Potrai dire se hai veramente vinto o perso SOLO alla fine del mandato, quando potrai giudicarli sulla base del loro operato.
E quando parlo di “operato” parlo di fatti concreti, leggi fatte, statistiche rilevanti, non pugnette.
Per essere più chiari e precisi:
- non è che se hai votato TIZIO, e TIZIO ha vinto le elezioni, ma poi combina un casino dietro l'altro allora hai vinto.
- non è che se hai votato CAIO, ma le elezioni le ha vinte TIZIO, che però poi fa un gran bel lavoro, allora hai perso.
“Eh ma io affermo di aver vinto quando la mia parte politica esce "vincente" dalle votazioni, perché ritengo che quella medesima parte politica metterà in pratica i miei desideri ed il mio programma”.
Si certo, capisco bene il ragionamento, ma sei comunque vittima di un inganno, l’inganno del pensiero da “tifoso”!
Perché la tua sensazione di vittoria si basa su una tua personale opinione che è solo una speranza.
NON si basa su dei fatti concreti che, ripeto, potrai valutare solo a fine mandato.
Punto II) LA MENTALITÀ DA TIFOSO FA SOLO DANNI!
Fare il tifo va bene nello sport.
Ma la politica NON è il calcio, dove uno tifa per una squadra e, che vada bene o che faccia cagare, la continua a tifare.
La politica è (o meglio dovrebbe essere, visto che in Italia la mentalità da tifoso la fa da padrone):
"ti do il mio voto perché secondo me meriti la mia fiducia (più degli altri) e mi riconosco nel programma".
Alla fine del mandato verifico.
Hai tenuto fede ai patti? Ti rivoto.
Non hai tenuto fede ai patti? NON ti rivoto
Non hai tenuto fede ai patti perché hai pensato agli affaracci tuoi? Sono ancora più incazzato con te di quelli che non ti hanno votato, perché loro non ti avevano dato la loro fiducia, mentre io si!
La mentalità del tifoso è molto ingannevole e pericolosa, e guarda che non sto parlando solo della politica, ma in generale.
Dai rapporti che instauri in azienda alle relazioni personali.
E sai perché è così pericolosa?
1. Non puoi cambiare squadra
Ho amici che tifano il Monza che, dopo anni di onorata serie B, tempo fa è decaduto fino alla C2 (adesso i nomi del campionati sono cambiati, ma la sostanza non cambia).
Mica i miei amici hanno iniziato a tifare altre squadre. Sono rimasti fedeli al Monza e li ammiro per questo, in quanto ritengo abbiano fatto la cosa GIUSTA!
Infatti il tifoso deve rimanere FEDELE alla propria squadra, anche quando i risultati non sono quelli sperati.
ATTENZIONE però che è la cosa GIUSTA da fare quando si parla di sport, perché quando si parla di tutto il resto, avere una mentalità da tifoso è utile come un paio di sci nel deserto.
Nella vita è fondamentale imparare a cambiare punti di vista, cercare nuove soluzioni, abbandonare la strada che ti sembrava più giusta quando ti rendi conto che giusta non è…
ma questo non riesci a farlo finché ragioni da tifoso.
Quando ragioni da tifoso, infatti rimani incastrato in un meccanismo di identificazione con la soluzione che hai scelto e che ti porta a pensare, “se avessi votato uno stupido sarei uno stupido”, e siccome a nessuno piace fare la parte del deficiente, ci si arrocca nella propria posizione, difendendola anche quando questa è indifendibile.
Ti è mai capitato di discutere o addirittura litigare con qualcuno che dicesse delle cazzate atomiche? Cose che ti facevano pensare: “ma questo come fa ad essere così deficiente da pensare queste idiozie”.
Non parlo di idee diverse, ognuno ha le proprie ed è giusto che sia così.
Parlo proprio di numeri, dati, fatti palesemente falsi che una persona portava a difesa della propria teoria.
Quando stai facendo il tifo non riesci a valutare i fatti con oggettività e questo, dal punto di vista manageriale, è un LIMITE ENORME!
Hai presente quando in azienda si sta prendendo una decisione importante e ci sono le “fazioni” che, qualsiasi ragione venga portata, non riescono non dico a cambiare idea, ma a prenderla almeno in considerazione?
Sono sicuro che ti è capitato. Durante le riunioni per esempio c’è il “SIGNOR NO”, quello che, qualsiasi proposta venga fatta, lui parte con la tiritera: “non si può fare per questo e quest’altro motivo, c’è un problema di qui, c’è un problema di li…”.
Non importa quanti sforzi fai e che ogni volta gli smonti tutte le sue obiezioni, lui non si sposta di un millimetro e tira fuori un’altra motivazione per cui non si può fare.
La ragione è che sta facendo il tifo per il suo punto di vista e quindi non riesce a vederne altri, è come se cambiare idea fosse una sorta di tradimento, un’ammissione di colpa perché ha preso una cantonata.
Quando questo accade gli scenari possibili sono due:
- Alla fine la “mozione” non passa perché il tizio riesce ad impedire il cambiamento
- La “mozione” passa ma il tizio in questione farà di tutto (magari inconsciamente) perché il progetto fallisca solo per poter dire: “ve l’avevo detto che non poteva funzionare”…
…e qui mi riallaccio al secondo danno collaterale
2. Ostacola la collaborazione
Nella logica del tifo è normale che ci sia contrapposizione e competizione, non è che io posso tifare sia l’Inter che il Milan, o scelgo una squadra o l’altra.
Quando penso da tifoso è: “o la mia squadra o la tua”.
Io sono felice dei tuoi insuccessi quanto dei miei successi.
Sono celebri le frasi di Peppino Prisco, un uomo di altri tempi che faceva dell’ironia il suo cavallo di battaglia:
“Io alla domenica tifo due squadre l'Inter e chi gioca contro il Milan!”
Ripeto che è tutto giusto finché si parla di sport, “mors tua vita mea”, direbbero i latini e, se non riesci a capirlo è semplicemente perché non sei mai stato un tifoso…
Ma quando si parla di politica o di lavoro, se pensi così sei fottuto in partenza!
Perché trascuri un piccolo particolare:
siamo sulla stessa barca e, se la barca va a picco,
anche tu rischi di annegare!
Come il famoso “SIGNOR NO” di cui si parlava prima, nella politica questo si traduce in: “non importa quello che fai, io remerò comunque contro per dimostrare agli elettori che hai lavorato male”.
Se questo comportamento è comprensibile (anche se non condivisibile) da parte dei politici, perché funzionale ai loro obiettivi, un cittadino non dovrebbe mai cadere in questo tranello.
Perché se io non ti ho votato, ma tu hai lavorato bene, facendo gli interessi del Paese, allora HO VINTO anche io.
Viceversa, se io ti ho votato ma mi rendo conto che hai affossato il paese allora ho PERSO anche io.
Ma tutto questo non riesci a farlo finché ragioni da tifoso, perché:
3. Il tifoso inverte il processo decisionale
In un articolo ti ho spiegato qual è il processo decisionale corretto.
1) Esplorare la situazione.
2) Valutare i fatti.
3) Decidere.
NON:
prima decido e poi cerco i fatti che supportano la mia decisione!
Questo processo non funziona perché il cervello è bastardo e ti darà sempre ragione, troverà tutti i fatti che supportano la decisione che hai preso, ignorando quelli che invece non la confermano.
Quando pensi da tifoso, hai già preso la tua decisione e, se non lo capisci, ti focalizzi solo ed esclusivamente i fatti che supportano tale decisione.
4. Occhio al Group Thinking
Quando è il tuo capo a ragionare come un tifoso, allora sono cacchi amarissimi.
I circoli viziosi che crea un atteggiamento del genere infatti sono tantissimi, uno su tutti il “Group Thinking”.
Cos’è il Group Thinking?
In parole povere “tutti la pensiamo allo stesso modo, siamo sempre allineati”.
Ora, se stai fantasticando dicendo: “magari, noi continuiamo a litigare su tutto” ti stoppo subito.
Litigare su tutto NON va bene e magari dovreste lavorare in maniera specifica sui conflitti che vivete all’interno del team, ma se siete TUTTI d’accordo su TUTTO allora è pure peggio, perché ad un certo punto vi ritroverete ad andare a sbattere contro un ICEBERG e nessuno che abbia il coraggio di alzare la mano per dire: “oh ragazzi, nessuno si è accorto che stiamo per schiantarci contro un iceberg?”.
Se è il capo che, ogni volta che ha una pensata, è quella giusta e tutti devono sposarla, tanto lui non cambia idea costi quel che costi, indovina un po’ cosa accade nella testa dei collaboratori?
“a me quest’idea sembra una gran cagata, però se apro bocca inizia il processo e mi appende subito per i gioielli di famiglia…sai che c’è? Cacchi suoi, i miei dubbi li tengo per me e nel frattempo cerco di schivare l’in….lata che arriverà puntuale quando tutto andrà a pu..ane!”
Ovvio che un capo con mentalità da tifoso sarà un pessimo leader. Perché non riuscirà mai a sfruttare appieno il potenziale dei propri collaboratori. Perché vorrà difendere la propria idea anche quando ormai è evidente che qualcosa non funziona. Perché non riuscirà a vedere le cose da punti di vista diversi dal suo (poi ovvio che la colpa è degli altri, colleghi, clienti, crisi etc.).
Io parlavo di politica perché ero abituato così, davo per scontato che fosse giusto, come una cosa che dovevo fare….beh, sai che c’è?
Che quando ci ho riflettuto sopra con attenzione e ho deciso di non farlo più, ho capito quanto tempo ed energie nervose avevo sprecato in discussioni inutili.
E tu, hai delle abitudini che ti trascini ma che non ti servono a raggiungere i tuoi obiettivi?
Sono sicuro di si, cercale, individuale e poi abbandonale, ne guadagnerai in tempo e salute.
BUONE MAPPE MENTALI
EUGENIO
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wow! forza eugenio la la la
ahah, in effetti i cori da stadio ci stanno bene in questo caso 🙂
Quanto danno produce il "serialmentalitàlismo" (colui che la pensa sempre in un modo il classico signor:
"è da una vita che faccio così e vorresti venire tu ad insegnarmi il mio mestiere…?" n.d.r.)
Cozziamo ogni giorno contro costoro.
…altrettanto contro i ciechi sostenitori di uno status quo deleterio…
L'incapacità di riadattamento, l'incapacità di elaborare strategie alternative ed innovative…
Si parla tanto di evoluzionismo (cosa nella quale non credo) ma nella pratica nessuno è capace di adattarsi, evolvendo, verso nuove richieste/esigenze.
E' proprio vero: la mente mente ed il peggio è,penso, che non esiste miglior adulatore che il proprio modo di pensare quando questo rimane chiuso in sè stesso…
Buone mappe mentali (se mi è permesso)….:)
sempre permesso augurare Buone Mappe Mentali 🙂
In un mondo che si evolve e cambia sempre più velocemente, chi pensa di fare sempre la stessa cosa è rovinato.
Non penso che nessuno sia capace di adattarsi, altrimenti non ci sarebbe evoluzione. Di solito si è in pochi all'inizio, ma pian piano il gruppo diventa sempre più grande, finchè la novità diventa normalità
a presto
Eugenio
Ciao Euge,
sei un grande! Rendi gradevoli e leggeri argomenti profondi e di estrema attualita'! Basta guardarsi intorno.
Io ho molto caro un discorso che Brodskij fece ai laureati del Williams College, in cui spiega come il "group thinking" abbia sembianze negative (x non dire malefiche) e demagogiche mentre l'originalita'' del pensiero (e, aggiungo io, la possibilita' di cambiarlo in base ai fatti) rimane l'unica via per riuscire a non farsi intrappolare da chi ci vorrebbe tutti pecoroni…
Grazie di ricordare che la "mentalita' del tifoso" vale solo nello sport, e che e' ora di aprire gli occhi.
Ciao Raffaella,
grazie 1000 :-).
Confesso di non conoscere il discorso di Brodskyj…me lo vado subito a cercare,
Buone Mappe Mentali
Eugenio
Articolo fantastico direi e (dico quasi purtroppo) sempre attuale
Grazie Lara 🙂
Sarebbe possibile spiegare queste cose con un linguaggio meno *maschio*?
cosa intendi per linguaggio “maschio”?
Ciao Eugenio,
ti ringrazio per il puntuale contributo.
Sai sempre offrire spunti di riflessione, uno spaccato della realtà, molto chiari e di facile lettura, anche quando si tratta di argomenti sui quali si vorrebbe solo calasse il bel tacer, tanta è la nausea che ti rimane dopo giorni e giorni in cui non si sente parlare d’altro e spesso con discorsi che non portano da nessuna parte.
La sfida elettorale e le campagne pre e post, in genere sono vissute dai più, come una finale di Champions League.
Invece come ben dici, una partita di pallone e una elezione politica non hanno niente in comune.
grazie mille
In una elezione, il premio in palio è la gestione della cosa pubblica, e la vittoria di un partito politico può portare alla realizzazione di politiche positive per la popolazione, oppure no.
Nel primo caso i cittadini vincono tutti, compresi gli elettori che non hanno votato per il partito vincitore.
Nel secondo caso i cittadini perdono, tutti, compresi quelli che hanno votato per i “vincitori”.
In ogni caso, le polemiche tra elettori sono assolutamente insensate e servono solo a mettere i cittadini gli uni contro gli altri. Il che non va a vantaggio di nessuno. un abbraccio
Questa CONFUSIONE (che come ben sai genera DISINTELLIGENZA) a qualcuno giova, non ai cittadini ovviamente che siamo quelli che pagano il prezzo di queste inefficienze, ma a quelli che vogliono mantenere il potere per un proprio rendiconto personale e non per fare il bene del Paese.
Diciamo che una maggiore preparazione del cittadino e la capacità di uscire da queste logiche tifose aiuterebbe a ridurre questi elementi DISFUNZIONALI, se lavori bene hai la mia approvazione e il mio voto alle prossime elezioni, altrimenti tanti saluti e baci.
Fino a quando questo non avverrà i politici in malafede avranno buon gioco nello spostare l’attenzione su “destra/sinistra” invece che sul “bene pubblico/interessi personali”, purtroppo una difficoltà grande è l’incapacità del cittadino medio di reperire correttamente le informazioni e di uscire dalle emozioni disfunzionali per cui si tende e a difendere la propria posizione anche quando bisognerebbe prendere atto di aver commesso un errore