La Mamma di tutte le soft skills! L’unica che ti serve veramente!

“No perché sai, stavo pensando a qualcosa legato alle soft skills più che alle mappe mentali”.

Il tizio deve ringraziare il percorso spirituale che ho intrapreso 13 anni fa, lo ha salvato da una bella testata sul naso! smiley

Scherzi a parte, l’HR in questione aveva ragione, le soft skills sono fondamentali ed è giusto investirci sopra, solo che trascurava un piccolissimo dettaglio!

Sai cosa sono le soft skills, vero?

Sono quelle competenze dette “trasversali”, essere in grado lavorare in team, doti di leadership, capacità di adattarsi alle situazioni, sapersi relazionare con gli altri, riuscire a farsi capire, organizzarsi, organizzare gli altri etc. etc. sono tutte soft skills, ok?

Non so perché le abbiano chiamate “Soft”, soffici, morbide…forse intendevano dire che sono malleabili e che si adattano a più situazioni…non lo so. A me sarebbe sembrato più appropriato “competenze fondamentali”, oppure “trasversali”, oppure “basilari”…perché sono la base per vivere una vita felice.

Anche lasciare i nomi da cui tutto ha avuto origine poteva andare: Intelligenza Emotiva (Daniel Goleman), Intelligenza Sociale (Karl Albrecht)...

Ad ogni modo, soft skills le hanno chiamate e così ce le teniamo.

Perché devi costruire il tuo Arsenale

Sono stati eseguiti diversi studi su come queste Soft Skills siano la base per il successo.

Goleman nel suo libro cita una ricerca svolta su 181 ruoli diversi, il 67% delle capacità ritenute essenziali per una prestazione efficace era di natura emotiva.

A volte gli studi servono solo a confermare quello che, con un minimo di ragionamento, sapremmo benissimo da soli.

Perché prima ti dicevo che si potevano chiamare competenze "fondamentali" o "basilari"?

Perché sono le fondamenta, le basi per vivere una vita serena e felice e per riuscire ad affrontare e risolvere i problemi.

Perché se non possiedi un minimo di empatia, probabilmente farai fatica a comprendere le altre persone.

E con le persone mica hai a che fare solo sul lavoro, hai anche una famiglia, degli amici...

Se non sai ascoltare e capisci spesso "Roma per Toma", periodicamente ti tocca risolvere i conflitti dovuti alle incomprensioni, hai presente il classico: "ah ma io avevo capito che...".

Vale lo stesso discorso se non sei in grado di comunicare con chiarezza.

Se ogni volta che dici A, gli altri capiscono Z, allora è un bel casino (piccolo indizio, se passi molto tempo a lamentarti del fatto che gli altri non capiscono un cacchio, o sei un genio incompreso oppure sei tu che non riesci a farti capire...di solito è la seconda purtroppo)!

Ovvio che in questo caso le relazioni difficili mica le avrai solo con i colleghi, ne risentirà anche la tua relazione con il tuo partner, i tuoi figli, i tuoi amici etc.

Se non sei affidabile e in grado di organizzarti, i progetti che segui al lavoro non saranno gli unici ad andare fuori budget, accadrà poi lo stesso anche quando ristrutturi casa o prendi degli impegni con tuo figlio e che poi non riesci a rispettare.

Mi segui?

Se sul lavoro e nella vita ottieni risultati mediocri o risultati eccellenti, se sei felice o meno, dipende in gran parte dalle soft skills che hai sviluppato!

Human Resources...le Risorse (DIS)umane 

(una delle piaghe d'Egitto della formazione)!

“Ci mancherebbe che i corsi li facessimo scegliere a loro”

Così mi ha risposto l'HR quando gli ho chiesto: "date alle persone la possibilità di scegliere i corsi a cui partecipare o li fate calare dall'alto?"

Confesso di non avere una gran stima della categoria.

Nella stragrande maggioranza dei casi, l'HR è una persona poco interessata alla crescita e al benessere dei suoi colleghi e mooooolto interessata a pararsi il culo e a imboscarsi per lavorare il meno possibile.

Mi ricordano un paio di marescialli che ho conosciuto durante il militare, non si sapeva mai bene cosa facessero ma, appena comparivano, iniziavano a rompere i co… le scatole a tutto il mondo!

Il pesce puzza sempre dalla testa e, se la formazione nella tua azienda è inesistente o inadeguata, gran parte della responsabilità ce l’ha il tuo HR.

Tuttavia, come in tutte le regole, per fortuna ci sono delle eccezioni.

Mosche bianche che cercano sinceramente di essere d’aiuto ai propri colleghi e di creare per loro dei percorsi di crescita utili...non so se è un caso, ma di solito sono donne con figli!

Per questo si informano, cercano di capire, propongono percorsi di formazione e ci rimangono molto male quando dai colleghi non arriva la risposta entusiasta che si aspettavano:

“ma perché non capiscono l’importanza della formazione?

Non si rendono conto di quale opportunità di crescita sia per loro?”

No, mi spiace dirti che non solo non se ne rendono conto, ma che spesso la ritengono proprio una gran perdita di tempo!

E di solito hanno ragione!

Quando glielo dico rimangono di sasso,

“ma come, sei un formatore e pensi che la formazione sia una perdita di tempo?”.

Si lo è, se non viene impostata nella maniera corretta!

 

Il secondo errore GRAVE che fanno gli HR in buona fede!

In più di un’occasione ho parlato del fatto che la formazione funziona solo se fatta su base volontaria.

Lo “studente” deve aver voglia di lavorare su un aspetto specifico e deve prendersi un impegno in tal senso.

Questo perché il cambiamento avviene solo se c’è un apprendimento.

E non c’è apprendimento se non si applica quello che si impara.

E non si applica quello che si impara se non c’è la motivazione giusta che, come ti ho spiegato in più di un’occasione, segue la regola delle 3 A dell’apprendimento:

Accettare, Applicare, Adattare!

Se non hai accettato che:

  • Ti serve imparare “X” perché colma una tua lacuna e ti aiuta a risolvere un tuo problema.
  • “X” funziona.
  • Sarai in grado di imparare “X”.
  • Sei disponibile a sostenere il costo di imparare “X”

Se non hai accettato questi pre-requisiti, allora non ti metterai mai ad applicare quello che ti insegnano e, se non applichi, non impari…. da qui non si scappa!

Mappa Mentale - le 3 Fasi per imparare

Mappa Mentale - le 3 Fasi per apprendere

Ogni percorso di formazione che si rispetti e che dia dei risultati positivi e misurabili, prevede che ci siano dei cambiamenti.

Se la persona non ha alcuna voglia di cambiare, il percorso nasce storto fin dall’inizio e diventa poi un casino raddrizzarlo in corso d’opera...mettere in aula uno che non ne ha alcuna voglia è il primo grave errore che può fare un HR.

Ma diciamo pure che la persona in questione abbia voglia di fare questo percorso che gli viene richiesto.

Si impegnerà quindi al massimo per fare quei cambiamenti che si ritengono necessari per la sua crescita.

Qual è il secondo errore da evitare?

Non seguire la corretta sequenza di regole.

“Per insegnare pallacanestro è necessario avere una progressione didattica. Un sistema cioè in cui con il tempo vengono aggiunti ostacoli al giocatore e presentati gli strumenti per superarli. Si tratta di calibrare bene le difficoltà di questi ostacoli, perché se troppo facili non stimolano e se troppo impegnativi scoraggiano.” Ettore Messina (l’allenatore italiano più vincente della storia)

L’insegnamento prevede una sequenza ben precisa di regole da seguire!

Non puoi organizzare altre persone se non sei in grado di organizzare neanche te stesso.

Non puoi gestire un conflitto se non sai ascoltare empaticamente ed esprimerti chiaramente.

Non puoi aprirti con gli altri se non riesci ad aprirti neanche con te stesso.

Non puoi gestire le emozioni del Team se non riesci a farlo con le tue.

Non puoi risolvere problemi se non hai sviluppato la parte creativa del tuo cervello.

……

Capisci dove voglio arrivare?

 

Quello che voglio dirti è che il meccanismo deve essere sempre:

  • “Io-Altri”. Prima impari a farlo tu, poi puoi trasmetterlo agli altri.
  • “Base-Dettaglio”. Si parte dalle basi e poi si va sempre più in profondità.

Se proponi un percorso ad una persona, magari anche dotata di buona volontà, ma che ancora non è pronta per quel genere di sfida, lo metti in crisi e gli generi frustrazione oppure risentimento.

Quando non riesci a calare gli insegnamenti nella tua realtà, hai due alternative.

Se sei dotato di forte autostima, te la prendi con gli altri, chi ha scelto il corso è un coglione perché spreca il mio tempo e le risorse dell'azienda comprando roba del tutto inutile.

Se al contrario non sei dotato di forte autostima, ti senti inadeguato e perdi fiducia nei tuoi mezzi e nella tua capacità di imparare e migliorare

 

La Mamma di tutte le Soft Skills

Sotto trovi un elenco di alcune tra le soft skills più importanti.

  • Capacità di gestire le emozioni.
  • Autostima
  • Autocontrollo
  • Senso di Responsabilità
  • Capacità di affrontare gli imprevisti.
  • Motivazione
  • Empatia
  • Capacità di comunicare in modo chiaro e convincente.
  • Saper lavorare in Team
  • Capacità di imparare
  • Etc etc.…

Da cosa dipendono tutte queste Soft Skills?

Pensaci...

Ci sei arrivato?

 

Dipende tutto dal tuo cervello.

Le Soft Skills dipendono tutte dal tuo cervello, da quanto sei capace di pensare nella maniera "giusta".

Se sei una persona responsabile, empatica, che lavora bene in Team, che ha autocontrollo, che sa affrontare gli imprevisti, etc. etc. dipende tutto da come funziona la tua testolina.

Cervello performante = buono

Cervello NON performante = NO buono

Ora, prova a pensare a quante ore hai dedicato allo studio nella tua vita.

Quante ore hai studiato italiano? 

Quante matematica? 

Quante inglese?

E ora pensa a quante ore hai studiato il funzionamento del tuo cervello!

Non è curioso dedicare così tanto tempo a studiare tantissime materie che sono si importanti, ma nessuno che ci spieghi la cosa dalla quale dipende il tutto?

A questo punto, quando in aula mi trovo uno che conosce la PNL, inizia a dirmi che lui sa come funziona, mi parla di "credenze limitanti o potenzianti" etc. etc..

Non sto parlando di questo.

Sono cose sacrosante ma, se stai leggendo questa mail, mi aspetto che tu queste cose le conosca già.

Parlo proprio di come FUNZIONA il cervello e cosa puoi fare per ottimizzarne le prestazioni.

Le Mappe Mentali ti aiutano ad usare il cervello per come è geneticamente strutturato.

Ti insegnano come sfruttare il suo immenso potenziale. 

Vuoi lavorare sulle soft skills? 

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BUONE MAPPE MENTALI

EUGENIO

Spero che un giorno non troppo lontano, ai nostri figli le Mappe Mentali vengano insegnate fin dalle scuole elementari.

Condividi l'articolo e aiutami a divulgare questo potentissimo strumento con i tuoi amici e colleghi.

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9 Responses to La Mamma di tutte le soft skills! L’unica che ti serve veramente!

  1. san ha detto:

    Io direi:accettare, applicare, applicare, applicare e adattare. Secondo me le mappe le capiscono le persone creative.

    • Eugenio Olmetto ha detto:

      Le Mappe Mentali le capiscono tutti in quanto rispecchiano il modo naturale di funzionare il cervello. Quello che dici tu ha un fondo di verità legato al fatto che, le persone con una spiccata parte creativa, di solito sono più curiose e quindi imparano di più rispetto a quelli che sono un po’ più rigidi e chiusi nei loro schemi

      • EMiliano ha detto:

        Ciao Eugenio,

        condividerò il tuo articolo sicuramente con i ragazzi di una mia classe, perché stiamo facendo un lavoro sulle competenze… scusa, sulle soft skills 😉

        Da anni uso le mappe mentali e moltissimi studenti ne hanno tratto enormi vantaggi. Diciamo però che in questi anni ho potuto constatare che NON TUTTI le capiscono bene. Se io propongo una mappa riassuntiva di un capitolo di storia, ci possono essere 6 studenti su 10 che vanno via lisci (salvo poi decidere o meno di approfondire i vari concetti). Ma ci sono 2-3 su 10 che mi vengono a dire che non ci capiscono nulla, che si trovano meglio con i riassunti e le cosine elencate ordinatamente una sotto l'altra.

        Ti puoi immaginare!… Io mi sono ormai abituato a ragionare in modo radiante e il supposto "caos" delle mappe mentali in realtà lo vedo come un aspetto estremamente creativo, un valore aggiunto. Ma noto che ci sono a volte modalità di apprendimento diverse. Vedi, ora ho cominciato anche a registrare le mie lezioni e coloro che non si trovano bene con le mappe, mi dicono che ascoltano molto volentieri le mie registrazioni.

        Ho più l'impressione che si debba tenere in considerazione anche le varie modalità di apprendimento di PNLelliana memoria.

        Grazie comunque per il bell'articolo

        EMiliano

        • Eugenio Olmetto ha detto:

          Ciao Emiliano, 

          considerato che con i metodi tradizionali 2 su 10 sono quelli che di solito riescono a seguire, non mi sembra una statistica malvagia che 2 o 3 sono quelli che non ci capiscono nulla.

          I canali di apprendimento sono diversi, ma non credo dipenda da cose legate alla PNL (cinestesico, visivo o auditivo).

          Semplicemente penso che ci abituiamo (ed adagiamo) ad usare quello che ci viene un po’ più spontaneo o al quale veniamo educati fin da piccoli, il nostro cervello alla fin dei conti parla diverse lingue, soprattutto quella delle immagini.

          Perché non suggerisci a quelli che faticano a seguire le tue mappe, di creare le loro?

          Bello che ci siano insegnanti che portano le Mappe Mentali nella scuole 🙂

          Buone Mappe Mentali

          Eugenio

  2. san ha detto:

    Si hai ragione! volevo dire che le caspicano di più. Ho notato che le persone rigide e schematiche le respingono o non le accettano.

    • Eugenio Olmetto ha detto:

      Si certo,

      le persone rigide e schematiche sono così proprio perchè non disponibili ad imparare, quindi si rintanano nei loro schemi nell'illusoria speranza che questo serva a difendere la loro posizione.

      Purtroppo per loro è un suicidio, in quanto il mondo è in continua evoluzione, e chi rimane fermo in realtà sta arretrando e di molto anche

  3. san ha detto:

    ciao, qualche anno fa c'era un google wonder whell (mappe) ora non lo trovo più. Ho tovato qualcosa di simile wikimindmap. Quello di google che fine ha fatto?

  4. matteo ha detto:

    Bellissimo articolo che mi motiva ancora di più a seguire il percorso del Time & Stress Management di Eugenio. Credo proprio che tutto parta dal cervello e il resto venga da sè. E questo artcolo lo spiega benissimo! 

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