Test: scopri quanto lavori male (e trova la soluzione in questo articolo)
Nel post “sai perché lavori tanto” sostengo che la ragione principale è: perché lavori male!
Visto che alcuni mi hanno chiesto di spiegare meglio ho deciso di spendere qualche parola per definire cosa intendo e soprattutto cosa puoi fare per risolvere questo problema.
La prima cosa da precisare è che, se lavori male, non significa che sei stupido o incapace, ma semplicemente che lavori male, cioè hai dei comportamenti sul lavoro che possono essere migliorati.
Rispondo quindi ad alcune domande:
Come faccio a capire se lavoro male?
Mi verrebbe da dire che la domanda è mal posta e che sarebbe più corretto sostituire il “se” con il “dove” (o quando), è infatti sicuro che lavori male in alcune aree della tua attività, perché non sei perfetto e quindi sicuramente ci sono cose che fai bene e cose che fai meno bene. Fatta questa premessa e specificato anche che potrebbe essere una scelta consapevole quella di non dedicare i tuoi sforzi a migliorare in una certa area (perché non rilevante nel tuo business), ci sono tutta una serie di campanelli d’allarme che indicano che le cose non stanno girando per il verso giusto:
1) Risultati! Sei soddisfatto dei risultati che ottieni? Sono proporzionati rispetto all’impegno che ci metti? Se non sei soddisfatto o ritieni che i risultati non siano adeguati allo sforzo che stai sostenendo STAI LAVORANDO MALE. Se stai pensando: “ottengo risultati grandiosi ma non me li riconoscono perché sono degli stronzi” stai comunque lavorando male nell’area del mostrare quanto di buono stai facendo e nel riuscire a rivendicarlo trasformandolo in benefici per te.
2) Orari! Quante ore passi al lavoro? Ti porti il lavoro a casa? Più ore fai e più stai lavorando male. Naturalmente può capitare di avere un picco di lavoro in un periodo, ma se la norma è di superare le canoniche 8 ore, fatti il favore di non attaccare con la solfa del: “eh, ma io ho troppe responsabilità…”, perché stai dicendo una cazzata e in fondo in fondo lo sai benissimo, altrimenti spiegami come fa Sheryl Sandberg a dire "io alle 5 esco dall'ufficio e vado a casa dai miei figli. Perché secondo me è da lì che si parte, da una migliore gestione del tempo. E dal rispetto dei tempi dei nostri figli"…chi diavolo è Sheryl Sandberg? Ricopre (tra le altre cose) la carica di Chief Operating Officer di Facebook…dai su, adesso raccontati che tu hai più responsabilità delle sue.
3) Lavoro = Peso? se quando ti svegli il primo pensiero è: “che palle, devo andare al lavoro”, stai lavorando male. È probabile che le relazioni con capi e colleghi siano poco limpide e che in ufficio tiri una brutta aria. Io l’energia la sento a “pelle”, tuttavia non è difficile capire quando le cose girano nel verso giusto e quando invece in quello sbagliato, prova a contare le volte che le persone sbuffano, si lamentano o litigano tra di loro e i conti sono presto fatti.
Alcune domande che tu e la tua azienda dovreste porvi
I problemi di cui ho parlato sopra nascono dalla confusione che regna nella maggior parte delle aziende italiane. La confusione infatti genera indecisione e cattive scelte.
Allora quali sono le domande che dovresti porti se vuoi essere un manager con i controco…siddetti?
Se le dovrebbe porre anche l’azienda in realtà, ma non voglio che entri nel meccanismo auto-giustificatorio per cui, “ah ma io lo farei volentieri se l’azienda mi supportasse…”, perché è un modo di pensare deleterio e, dal mio punto di vista, profondamente sbagliato (la responsabilità della tua vita è tua, prima lo capisci e meglio è).
1) Hai un piano di crescita personale e professionale? Se non hai definito in maniera chiara dove sei e dove vuoi arrivare, il rischio di sprecare tempo e soldi non è un rischio, è una certezza!
2) Hai un sistema di pianificazione che funziona? “Che funziona” non significa che tutto ti viene alla perfezione, ma che hai ben chiaro cosa vuoi fare, quando lo vuoi fare, in quanto tempo e che, quando le cose non vanno come previsto, capisci cosa è andato storto e hai modo di apprendere una lezione, in modo da poter aggiustare il tiro per il futuro. Alla base del tuo mondo ci sei tu, se tu per primo non sei in grado di gestirti in maniera appropriata, tutto quello che ti sta intorno ti collassa addosso.
3) Segui delle procedure snelle ed efficaci? Nel tuo lavoro ci sono tutta una serie di attività che svolgi ripetutamente. Hai delle procedure SCRITTE che le regolano? No, “ho tutto nella mia testa” non va bene, per almeno un paio di ragioni.
a. Usi delle risorse del tuo cervello in maniera inefficiente, per tenere a memoria delle cose che puoi tranquillamente gestire in maniera automatizzata o quasi
b. Cosa succede se bisogna svolgere questa attività e tu non ci sei? La ruota deve girare anche quando NON sei li a spingere!
4) Condividi informazioni ed errori con i colleghi? La mancanza di comunicazione è uno dei problemi più gravi all’interno delle aziende, le persone non parlano tra di loro e, quando lo fanno, lo fanno nei modi e con i tempi sbagliati (quando c’è un’emergenza gli animi tendono a scaldarsi). Particolarmente importante (e difficile) da applicare, sarebbe la condivisione degli errori, se è vero che l’errore è fonte di apprendimento infatti, allora pensa se tu potessi apprendere anche dagli errori dei tuoi colleghi e non solo dai tuoi
BUONE MAPPE MENTALI
EUGENIO
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[…] […]
Bellissimo articolo Eugenio (:
Mi piace molto il tuo modo schietto di dire le cose.
Grazie!
grazie 1000 Chiara,
ma hai erroneamente inserito la faccina, che dovrebbe essere così 🙂 , infatti prendere consapevolezza di un problema è il primo passo per risolverlo, mettere la testa sotto la sabbia invece non aiuta molto, ok 🙂
Buone Mappe Mentali
Eugenio
Grazie, spunti molti interessanti
Renata
Prego Renata 🙂
Tutti consigli interessantissimi che uno applica anche a buon senso o… studiando le regole organizzative come ho iniziato a fare/applicare io nel 1985;
poi ci vuole una volontà ferrea e una costanza incredibile,
ma i risultati arrivano!
Provare per credere. Io sono soddisfatto e seguo un percorso di addestramento simile… nel mio lavoro…per gli altri. complimenti Olmetto.. siamo praticamente colleghi!
ciao Piero,
grazie 1000 per il tuo feedback che fa ancora più piacere quando arriva da un collega.
Forse non sono molto d'accordo sul discorso "buon senso", non perchè non ci voglia buon senso sul lavoro (e nella vita in generale), ma perchè è troppo interpretabile e praticamente impossibile da rendere sistematico.
Il "buon senso" deve essere l'estensione per l'applicazione di un sistema di lavoro che deve essere ben compreso da tutti i membri del gruppo.
Buone Mappe Mentali
Eugenio
Molto interessante, mi ritrovo in qualche punto per cui mi s che devo prendere delle contromisure.
Davvero accattivante la grafica della mappa mentale, così come la presentazione dei video.
Che programma usi? E soprattutto durante i corsi insegni come utilizzarlo per ottenere risultati così belli? Secondo me è importante anche questo aspetto, perché c'è mappa e mappa e anche l'occhio vuole la sua parte.
Ciao
Devis
Ciao Devis,
grazie per i bei feedback :-).
Per le presentazioni e le mappe grafiche uso iMindMap che è il software di Tony Buzan.
Al mio corso base insegno a creare delle Mappe Mentali "funzionali" allo scopo, se l'obiettivo è quello di creare una presentazione allora mostro gli errori che sono assolutamente da evitare, naturalmente ci vuole un minimo di esperienza e tanta pratica.
Comunicare usando le Mappe Mentali è un modulo avanzato (per chi sa già usare le Mappe Mentali nella maniera giusta ed è interessato a tenere corsi o presentazioni usandole invece che il classico power point).
Buone Mappe Mentali 🙂
Eugenio
[…] Ho affrontato il problema sintetizzando 3 punti che aiutano a capire se ti stai facendo del male con le tue mani, ne parlo in questo articolo Test: scopri quanto lavori male. […]